In caso di situazioni critiche o di rischio a scuola dalle ore 9 con eventualità di turni pomeridiani: esiste però una soluzione

Il DPCM del 18 ottobre ha previsto, tra le altre cose, che “le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9,00″.

La nota inviata nella serata dello scorso 19 ottobre dal MI, precisa però che quello del DPCM non è un tassativo divieto di iniziare le lezioni prima delle 9 del mattino con lo scopo certamente favorire lo snellimento del trasporto pubblico degli studenti, ma che nel contempo riduce notevolmente la fascia oraria utile delle lezioni del mattino, prospettando il ricorso ai turni pomeridiani. Secondo il Ministero dell’Istruzione, infatti, non ci sarà alcun automatismo: interventi sull’organizzazione scolastica avverranno solo in caso di situazioni critiche o di particolare rischio comunicate dalle autorità sanitarie o dagli Enti locali e attraverso la regia dei Tavoli regionali e locali con gli Uffici scolastici

Va considerato infatti che mentre le scuole del primo ciclo accolgono alunni del quartiere o della zona limitrofa, gli istituti superiori iscrivono studenti anche da territori lontani dalla sede scolastica; conseguentemente, i primi possono frequentare le lezioni anche nel pomeriggio senza eccessive difficoltà, mentre i secondi, anche per la mancanza di idonei trasporti pomeridiano-serali e di mense, sono costretti a sfruttare al massimo la fascia antimeridiana delle lezioni.

In queste ore gli istituti che si trovano ad affrontare situazioni critiche o di particolare rischio e che già avevano previsto l’inizio delle lezioni alle otto del mattino dovranno rapidamente rivedere l’orario alla luce della nuova disposizione cercando di superare le  obiettive difficoltà insorte. Potrebbe esserci una soluzione offerta dal CCNL 2009 confermato dal CCNL 2018.

L’art. 28 prevede che “Per quanto attiene la riduzione dell’ora di lezione per cause di forza maggiore determinate da motivi estranei alla didattica, la materia resta regolata dalle circolari ministeriali n. 243 del 22.9.1979 e n.192 del 3.7.1980 nonché dalle ulteriori circolari in materia che le hanno confermate. La relativa delibera è assunta dal consiglio di circolo o d’istituto”.

La situazione indotta dal COVID -19 si può certamente ritenere causa di forza maggiore, legittimando una significativa riduzione dell’orario di lezione che potrebbe evitare il ricorso ai turni pomeridiani. In questo caso i docenti non avrebbero l’obbligo di recuperare le ore non prestate, come prevedeva una lontana circolare ministeriale che il contratto, con un certo opportunismo, ha ufficializzato a tutti gli effetti.