In aumento i professori abilitati all’estero per un posto in Italia

Negli ultimi due mesi la Gazzetta Ufficiale, come è consuetudine da diverso tempo, ha pubblicato 35 decreti di riconoscimento dell’abilitazione all’insegnamento nelle scuole italiane conseguita all’estero.

Non si tratta di una novità, in quanto questi riconoscimenti ufficiali si succedono con una certa frequenza in applicazione di norme comunitarie che legittimano la validità dell’abilitazione conseguita all’estero.

Dei 35 abilitati, 14 sono italiani che si sono recati in Paesi dell’Unione europea, soprattutto in Spagna, per ottenere quell’abilitazione che, dopo la soppressione delle SSIS non è più conseguibile in Italia da parte dei professori della scuola secondaria.

L’abilitazione conseguita consentirà l’iscrizione alle graduatorie per l’accesso all’insegnamento nel loro prossimo aggiornamento, atteso per il 2011.

Il ricorso alle abilitazioni presso università o istituti stranieri sta diventando una soluzione di emergenza cui ricorrono sempre più docenti italiani non abilitati i quali sperano in questo modo di avere una chance in più per poter insegnare.

I costi economici non sono lievi, ma diversi docenti ritengono la spesa un buon investimento.

La Spagna fino a poco tempo fa era una meta ambita per una certa facilità di conseguimento dell’abilitazione; da poco sono stati previsti master più impegnativi che potrebbero dirottare la ricerca di un’abilitazione facile verso altri paesi come il Portogallo dove, a quanto sembra, i percorsi universitari sono più abbordabili, lingua del luogo permettendo.