L’impatto dell’IA generativa in Europa e in Italia. Un nuovo rapporto europeo

Il  Joint Research Centre dell’Unione europea ha pubblicato nei giorni scorsi un aggiornato rapporto sull’impatto dell’IAG (GAI in inglese) in Europa (EU) intitolato How is generative AI impacting our economy, society and policy?, contenente anche schede di approfondimento nazionali: quella dedicata all’Italia è  qui leggibile in inglese. Il rapporto fa il punto sullo stato del digitale nel 2025 valutando i progressi della trasformazione digitale dell’UE verso il raggiungimento degli obiettivi del Programma strategico per il decennio digitale 2030.

L’IA generativa, si legge nell’introduzione generale, potrebbe apportare notevoli miglioramenti in termini di produttività, soprattutto nelle professioni altamente qualificate e in settori specifici come, per esempio, quello sanitario, dove l’IAG potrebbe contribuire a fronteggiare la pressione dell’invecchiamento della popolazione e la carenza di manodopera, a realizzare la medicina personalizzata, la prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie o la creazione di panoramiche coerenti a partire da informazioni mediche frammentate. Il potenziale dell’IA generativa nel settore sanitario è elevato, investendo quasi il 10% del totale di ricerca, innovazione e attività commerciali.

Nel settore manifatturiero l’IAG opera in forma “agentica”, stimolando nuovi modelli di business, basati sulla gestione autonoma delle attività di produzione, l’automatizzazione dei processi, l’ottimizzazione della catena di fornitura, con riduzione degli sprechi e conseguente miglioramento dell’efficienza.

L’istruzione è un altro settore di fondamentale importanza in cui l’IAG potrebbe rivelarsi particolarmente utile, “aiutando gli insegnanti a personalizzare materiali didattici ed esperienze per i loro studenti”, a condizione però che l’integrazione dell’IAG nei sistemi educativi venga validamente supportata. Secondo lo studio del JRC addirittura il 90% delle attività degli insegnanti potrebbe essere investita dalle applicazioni educative dell’IAG.

Per questo il rapporto insiste sulla necessità di investire in riforme educative che promuovano la personalizzazione delle esperienze di apprendimento, il pensiero critico, la padronanza delle competenze digitali e di comunicazione. Tuttavia, il rapporto evidenzia anche come l’IA generativa presenti rischi di manipolazione e problemi di privacy. Occorre proteggere in particolare i bambini, che sono i più vulnerabili ai pericoli delle false informazioni.

Per quanto riguarda l’Italia il giudizio è articolato, positivo per quanto riguarda l’implementazione della fibra, che raggiunge una copertura del 70,7% in linea con la media UE, e per la produzione di semiconduttori, negativo per la scarsa percentuali di imprese italiane (solo l’8,2%) che ha adottato l’intelligenza artificiale. Tra le raccomandazioni c’è quella di incoraggiare lo sviluppo della start-up, che in Italia sono sottodimensionate (ci sono solo 9 “unicorni”, cioè start-up non quotate in borsa del valore di almeno un miliardo di dollari), e quella di “promuovere l’innovazione delle tecnologie digitali supportando l’ecosistema nazionale, dalla ricerca/università ai centri di trasferimento tecnologico, alle start-up e alle scale-up (il loro rapido consolidamento, NdT), e valutando incentivi per i settori strategici chiave”.

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