
‘Il tramonto dell’inclusione’, passaggi significativi

di Raffaele Iosa (www.education2.0 – 9 ottobre 2024)
(…) L’esplosione delle certificazioni. La grande malattia. E’ probabile che per il prossimo anno scolastico avremo circa 380.000 alunni/studenti certificati con disabilità. Cioè: più di tre volte che nell’ultimo anno scolastico del “900 (116.000), pur con mezzo milione di studenti in meno. In un quarto di secolo lo scenario “disabilità” è stato profondamente mutato da una spinta “medicalizzazione” e da neo malattie come lo spettro autistico, ADHD, DOP, ecc… che arriva a quasi metà dei certificati attuali. (…) Accade quindi che nelle nostre classi si spargano in maniera cospicua ragazzini con disabilità, in alcune scuole (es. i professionali) anche 3 o 4 per classe. Ma non basta: accompagna questa specie di grande malattia la diffusione di neo-problemi para-clinici quali le due neo patologie del primo 21° secolo: i DSA (anche loro verso i 300.000) e i cd. BES (di numero imprecisato), cioè tutti coloro che la scuola “non sa come cavarsela”. (…) Il Ministero ha prodotto in questi ultimi dieci anni strabordanti e pignolissime norme su tutto: la gestione dei posti, le ore di sostegno, la frequenza, le ambiguità sulla valutazione, poi subendo ondate di cause nei tribunali, spesso perse. La militarizzazione del PEI produce ansia formalistica figlia di una diffusa “pedagogia difensiva” che pare servire più a difendersi nelle cause civili che a progettare pedagogicamente cosa serva qualitativamente fare per l’inclusione.
(…) L’effetto è un’esplosione di diagnosi in tutto l’occidente, in particolare l’autismo che diventa uno spettro autistico, cioè una somma di sintomi vari che descrivono tutto e il suo contrario. E poi altri sintomi divenuti negli ultimi anni diffusi come l’ADHD e il DOP, con comportamenti reattivi, aggressività, isolamento. Diagnosticati sempre più presto. In particolare, l’autismo, di cui non basta dire che sono sindromi una volta descritte in altro modo. I sintomi sono immensamente di più oggi che negli anni 70/90. C’è sotto qualcosa di nuovo e di strano. Cui neppure la genetica dà risposte.
Vi sono in Italia ben 1.214 servizi socio-sanitari per l’autismo, ADHD e DOP, diagnostiche ma anche “terapeutiche” e di assistenza. Di queste ben 614 sono private.
(…) Nell’anno scorso i docenti di sostegno erano ben 228.00, di cui 92.000 precari senza titolo. Il dato va commisurato alla fine secolo XX: nel 98/99 a fronte di 116.000 alunni/studenti certificati c’erano 67.000 docenti di sostegno, il 40% senza titolo. In termini percentuali il rapporto tra studenti/studenti disabili e docenti/docenti sostegno è passato in 20 anni dall’8,6% all’attuale 21%. Per fare prima ad avere sostegni con titolo si è ridotto il corso di specializzazione da 2 anni a 1, dimezzando competenze che si vorrebbero fini. Poi per fare presto si sono inventati 9 corsi annuali universitari cui hanno partecipato in prevalenza università e precari del sud.
(…) I precari laureati con un qualche titolo per insegnare non bastano. Soprattutto al nord. A fronte della penuria si assumono dunque anche persone dette “MAD” senza alcun titolo ma volenterose di un lavoro purchessia.
(…)A questa crisi patologica del personale si accompagna quella degli assistenti educativi previsti dalla Legge 104/90 e mai chiaramente normati. Si tratta oggi di una massa cospicua, circa 90.000 (nel 1999 meno di 8.000!) di educatori gestiti (male) da cooperative sociali a contratto con gli enti locali, in genere con laurea triennale in educazione e pedagogia L 19. Gli educatori sono più stabili dei docenti di sostegno, ma di fatto pagati a cottimo. Eppure, spesso salvano la situazione se c’è una imperfetta relazione tra docenti e studenti. Ma su questi educatori c’è confusione politica totale: ci sono proposte di legge per statalizzarli (come si fece con i bidelli comunali nel 1999), ma ci sono associazioni di famiglie che vorrebbero invece “tecnici specialisti privatizzati” della loro patologia, confondendo il pedagogico con il tecnico clinico.
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