
Con ordinanza di sospensiva del 23 maggio 2007, il Tar del Lazio ha disposto la momentanea non applicazione dell’art. 8 delll’ordinanza ministeriale n. 26 del 14 marzo scorso che aveva disposto la possibilità di includere l’insegnamento della religione cattolica nei crediti scolastici, in vista dell’esame di Stato per gli istituti superiori.
Il Tar ha detto, per il momento, che non si può fare, perché “la predetta norma configura l’insegnamento della religione come una materia extracurriculare, come è dimostrato dal fatto che il relativo giudizio – per coloro che se ne avvalgono – non fa parte della pagella ma deve essere comunicato con una separata “speciale nota”
Il Tar precisa nella sua ordinanza che, pertanto, “sul piano didattico, l’insegnamento della religione non può, a nessun titolo, concorrere alla formazione del “credito scolastico”di cui all’art. 11 del D.P.R. n. 323/1998, per gli esami di maturità, che darebbe postumamente luogo ad una disparità di trattamento con gli studenti che non seguono né l’insegnamento religioso e né usufruiscono di attività sostitutive”.
La valutazione dell’insegnamento della religione cattolica è, dunque, nuovamente out per il Tar del Lazio, dopo che nel febbraio dell’anno scorso il Tribunale regionale aveva disposto la sospensiva della inclusione di quell’insegnamento nella scheda dell’alunno, alla pari delle altre materie, nelle scuole del primo ciclo.
Sospensiva che, a distanza di quasi 15 mesi, non è stata seguita ancora da sentenza di merito.
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