Il sindacalista e il crocifisso
Ha deciso in nome della “libertà di insegnamento e religiosa” di svolgere le proprie lezioni senza il crocifisso in aula, sulla parete alle spalle della cattedra, ma per i contrasti seguiti con colleghi e preside potrebbe ricevere sanzioni che vanno fino alla destituzione.
Protagonista della vicenda è Franco Coppoli, docente dell’Istituto professionale per le scienze sociali ‘Casagrande’ di Terni, esponente locale del sindacato Cobas scuola, che oggi a Roma sarà ascoltato dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (Cnpi), l’ufficio ministeriale che formula pareri vincolanti su contenziosi che riguardano “casi culturali e didattici” o di disciplina. Il caso è scoppiato nei mesi scorsi, poco dopo l’inizio dell’anno scolastico, quando una rappresentanza degli alunni ha stabilito a maggioranza che nelle aule dovessero apparire i crocifissi. Fino a quel momento, infatti, i locali dell’istituto ne erano privi. A quel punto Coppoli si è rivolto al preside Giuseppe Metastasio, chiedendo spiegazioni, e questi ha raccontato della decisione degli studenti.
Contrario alla disposizione, il professore ha trovato un compromesso con i ragazzi: durante le sue lezioni avrebbe staccato il crocifisso, rimettendolo al suo posto a conclusione degli insegnamenti. Il giorno successivo, però, ha trovato il simbolo religioso avvitato al muro con un anello, in modo che fosse difficile rimuoverlo: “Coppoli ha deciso lo stesso di svitarlo, ed è allora che sono nati i problemi“, racconta oggi Nicola Giua, dell’esecutivo dei Cobas scuola, che accompagnerà il docente al Cnpi.
Coppoli è entrato in contrasto con altri docenti, in particolare con il preside, sono volate parole grosse, qualche accusa di troppo, e alla fine la sua condotta è stata denunciata al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione: se dovesse essere giudicato ‘colpevole’, secondo i regolamenti in vigore il docente rischia quattro diverse tipologie di sanzioni: la sospensione fino ad un mese, la sospensione fino a sei mesi, la sospensione oltre sei mesi e la destituzione.
Le funzioni del Cnpi, istituito nel 1974 e modificato negli anni, sono state aggiornate dal precedente ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni, che in questi casi ha reso i pareri non più vincolanti ma solo obbligatori: il Consiglio, cioè, emetterà una propria sentenza, ma sarà poi il direttore scolastico regionale (in questo caso dell’Umbria) a decidere sull’applicazione del dispositivo. La riunione al Cnpi è fissata oggi alle 15.30: il Consiglio deciderà entro la giornata, ma ci vorranno 10-15 giorni per conoscere verdetto e motivazioni.
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