
Il ritorno degli ingegneri: la formazione tecnica in Italia e il futuro dell’ingegneria

L’ingegneria è una delle discipline più affascinanti e versatili al mondo. Da secoli, gli ingegneri contribuiscono a trasformare idee in realtà, progettando ponti, edifici, macchine da corsa, aerei, sistemi informatici, dispositivi medici, e molto altro. Ma cosa significa davvero diventare ingegnere, e qual è il percorso formativo ottimale per chi vuole intraprendere questa strada? La scelta di diventare ingegnere deve iniziare precocemente già alla fine della scuola media: solo così si potrà aspirare a grandi traguardi e contribuire a cambiare il mondo.
Ma che cos’è l’ingegneria? L’ingegneria è l’arte di applicare conoscenze scientifiche e tecnologiche per risolvere problemi concreti e migliorare la qualità della vita. Esistono molte specializzazioni, dall’ingegneria civile all’ingegneria meccanica, elettronica, gestionale, informatica e biomedica, ognuna con un ruolo cruciale nella società contemporanea. Gli ingegneri combinano creatività, logica e competenze tecniche per sviluppare soluzioni innovative in ogni campo.
Il ritorno degli ingegneri
C’era un tempo in cui la figura dell’ingegnere dominava nel panorama sociale di tutto il pianeta. Uomini allora al vertice di grandi imprese e autori del miracolo economico che ha portato il benessere in tutte le case. Eh sì! L’ingegneria implica inevitabilmente innovazione tecnica, portando a un significativo miglioramento della qualità della vita.
Ma riprendendo il discorso, se ingegneria equivale a soluzioni tecniche che cambiano la vita e a fatturati stratosferici per le imprese che producono i loro brevetti o realizzano le loro opere, una laurea in ingegneria, oggi come allora, è la soluzione ideale per una rapida occupazione e carriere professionali di tutto rispetto.
Innovazione, quindi, che nasce dall’intelligenza di uomini e donne coltivata e sviluppata attraverso una formazione mirata. Questa formazione dovrebbe iniziare già nella scuola dell’infanzia, con la costruzione di un Curricolo a Spirale come teorizzato da Bruner. Gli ECEC 0-6 rappresentano un punto di partenza fondamentale, ma il percorso trova la sua massima espressione dopo il primo ciclo nell’Istruzione Tecnica Italiana.
E è facile dire STEM, ma non è con progetti extracurriculari o curriculari di ampliamento dell’offerta formativa che si orientano gli studenti verso gli studi dell’ingegneria, ma attraverso l’aumento delle ore nei quadri orari di ogni singolo ordine di scuola.
L’educazione tecnica, chiamata oggi Tecnologia nelle scuole medie, deve essere potenziata attraverso attività laboratoriali pratiche che favoriscano l’invenzione, la creazione di prototipi e brevetti, e lo studio del mondo del lavoro. Questo approccio orientativo dovrebbe ispirare gli studenti a scoprire il futuro affascinante e stimolante dell’ingegneria.
Nella scuola secondaria sono gli istituti tecnici la culla dell’ingegneria. Nei lunghi anni dell’adolescenza, in questa tipologia di scuole, si impara a inventare e si costruisce quella parte del curricolo a spirale che farà la differenza non solo negli studi, ma soprattutto nella successiva attività professionale, consentendo di avere ingegneri dall’alto profilo con un bagaglio di competenze in grado di aumentare il capitale sociale e, di conseguenza, il valore sociale di un territorio.
Un po’ di storia
L’ingegneria ha radici antichissime, che risalgono alle civiltà sumera ed egizia, dove vennero costruite opere monumentali come le piramidi. Queste civiltà utilizzarono avanzate tecniche di progettazione, come l’uso di rampe e leve per spostare blocchi di pietra massicci, e una conoscenza approfondita della geometria per garantire la stabilità delle strutture. I romani, in particolare, furono ingegneri straordinari, capaci di realizzare acquedotti, strade e ponti che ancora oggi affascinano il mondo. Durante il Rinascimento, figure come Leonardo da Vinci hanno ampliato il concetto di ingegneria con invenzioni rivoluzionarie e studi scientifici pionieristici, come le sue macchine volanti, i progetti di ponti mobili e le macchine belliche che hanno anticipato di secoli le moderne tecnologie.
Con la Rivoluzione Industriale, l’ingegneria si è affermata come disciplina accademica autonoma, grazie all’avvento di nuove tecnologie e materiali come il ferro e l’acciaio. I settori industriali che maggiormente hanno beneficiato di queste innovazioni includono quello ferroviario, che ha visto lo sviluppo di reti di trasporto su larga scala; il settore edile, con la costruzione di ponti e grattacieli; e l’industria meccanica, con la creazione di macchine per la produzione su larga scala. In Italia, la fondazione del Politecnico di Milano nel 1863 e del Politecnico di Torino nel 1859 ha sancito la nascita di scuole di eccellenza che hanno formato generazioni di professionisti. Queste istituzioni hanno contribuito a progetti ingegneristici di rilievo, come la costruzione di infrastrutture ferroviarie, lo sviluppo di tecnologie aeronautiche e il progresso nell’ingegneria civile e industriale, diventando pilastri dell’innovazione tecnologica in Europa. Oggi, queste istituzioni sono tra le migliori al mondo, riconosciute per l’innovazione e la ricerca scientifica. Secondo il QS World University Rankings 2024, il Politecnico di Milano si posiziona tra le prime 20 università al mondo nel settore dell’ingegneria e tecnologia, confermandosi un’eccellenza europea. Anche il Politecnico di Torino si distingue, classificandosi tra le prime 50 in specifiche aree come l’ingegneria meccanica e aerospaziale.
La situazione attuale
Oggi, l’Italia sta affrontando una sfida cruciale: il rinnovamento del sistema formativo tecnico e professionale per rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro in rapida evoluzione. Il settore manifatturiero, che rappresenta il cuore pulsante dell’economia italiana, sta vivendo un importante turn over generazionale. Molti lavoratori esperti stanno andando in pensione, e le aziende cercano giovani qualificati per prendere il loro posto. Tuttavia, la carenza di personale tecnico specializzato è un problema diffuso. Secondo il saggio “Ricostruire l’istruzione tecnica” di Valerio Ricciardelli, circa 100.000 tecnici qualificati mancano ogni anno in Italia, causando difficoltà significative per la competitività delle aziende. Ricciardelli propone una riforma basata sull’allineamento con le esigenze economiche, la promozione dell’occupabilità e il rinnovamento dell’educazione tecnica per superare il divario tra domanda e offerta nel mercato del lavoro.
L’assenza di politiche di orientamento per i ragazzi in uscita dalla scuola media, che metta in discussione l’archetipo consolidato che la via maestra per l’ingegneria è l’istruzione liceale, conduce al risultato di rimandare la scelta a dopo l’esame di maturità, facendo svanire quella passione per l’istruzione tecnica necessaria per proseguire gli studi nelle facoltà d’ingegneria e di conseguenza incrementare il capitale sociale necessario per far fronte al turn over in atto nell’industria manifatturiera.
La nuova riforma 4+2 e gli ITS Academy
Per rispondere a queste esigenze, il sistema educativo italiano sta introducendo una riforma significativa: il modello 4+2. Dopo i quattro anni di scuola superiore, gli studenti possono scegliere un percorso biennale presso gli ITS Academy (Istituti Tecnici Superiori), che offrono formazione pratica e altamente specializzata. Gli ITS Academy rappresentano un ponte diretto verso il mondo del lavoro, con un tasso di occupazione dei diplomati superiore all’80%.
Questi istituti collaborano strettamente con le imprese, garantendo ai giovani non solo una preparazione tecnica di alto livello, ma anche esperienze dirette come tirocini e progetti sul campo. Questa riforma è particolarmente indicata per chi desidera inserirsi rapidamente nel mondo lavorativo, pur mantenendo la possibilità di accedere a percorsi universitari successivi e appassionarsi all’ingegneria.
Per chi sceglie di proseguire con l’università, la facoltà di ingegneria offre una formazione teorica e pratica di alto livello. Il percorso si divide in due cicli: la laurea triennale, che fornisce una base solida nelle discipline scientifiche e tecniche, e la laurea magistrale, che permette di specializzarsi ulteriormente. Le principali aree di studio includono ingegneria meccanica, per chi è appassionato di macchine e processi produttivi; ingegneria civile, per progettare infrastrutture e costruzioni; ingegneria elettronica, per chi vuole approfondire sistemi e tecnologie avanzate; e ingegneria informatica, ideale per chi sogna di lavorare nel mondo digitale. La laurea magistrale è spesso necessaria per accedere a ruoli di responsabilità o per esercitare la professione in alcuni settori regolamentati.
Opportunità professionali e statistiche occupazionali
Con una laurea in ingegneria, le opportunità professionali sono vastissime. Gli ingegneri sono tra i professionisti più richiesti, con un tasso di occupazione che supera il 90% entro un anno dal conseguimento del titolo. Tra le figure più ricercate emergono gli ingegneri informatici, esperti in intelligenza artificiale e sviluppo software, e gli ingegneri energetici, richiesti per affrontare le sfide della transizione ecologica. Anche gli ingegneri meccanici ed elettronici continuano a essere fondamentali nell’automazione e nella produzione industriale.
Secondo il rapporto di Unioncamere 2024, la domanda di ingegneri crescerà del 10% nei prossimi cinque anni, trainata dall’innovazione tecnologica e dall’esigenza di adattarsi a cambiamenti globali come il cambiamento climatico e la transizione energetica. Gli ingegneri gestionali, invece, sono molto richiesti per integrare soluzioni tecniche con la strategia aziendale, consolidando il loro ruolo nel supporto alle decisioni strategiche delle imprese.
L’ingegneria non è solo una professione tecnica, ma un pilastro fondamentale del progresso sociale. Gli ingegneri contribuiscono a migliorare la qualità della vita, sviluppando infrastrutture sostenibili, tecnologie mediche salvavita e soluzioni innovative per affrontare le grandi sfide dell’umanità. In questo senso, diventare ingegnere significa anche assumersi una responsabilità etica nei confronti della società e del pianeta.
Il percorso ottimale per diventare ingegnere
Per gli studenti delle scuole medie che aspirano a diventare ingegneri, il percorso ideale inizia con la scelta di un istituto tecnico nella specializzazione che si intende abbracciare in futuro, in quanto permette di costruire quel curricolo a spirale teorizzato da Bruner. Questo approccio si basa su un apprendimento progressivo, dove le conoscenze acquisite in una fase vengono ampliate e approfondite nelle successive. Tale metodo è essenziale per attivare la zona di sviluppo prossimale descritta da Vygotskij, consentendo agli studenti di acquisire competenze di alto livello.
Gli istituti tecnici privilegiano una didattica attiva e laboratoriale, che stimola il pensiero creativo e forma gli studenti a diventare inventori. Attraverso l’uso di laboratori e progetti pratici, gli studenti imparano non solo la teoria, ma anche come applicarla nella realizzazione di soluzioni innovative. Questo tipo di approccio garantisce, se accompagnato dal successo formativo, lo sviluppo di competenze trasversali fondamentali per il mondo del lavoro.
In alternativa, i licei rappresentano una valida scelta per chi desidera mantenere una maggiore flessibilità e decidere in futuro il percorso più adatto a realizzare il proprio progetto di vita. Tuttavia, questo approccio comporta il rischio di non appassionarsi alla tecnica e di orientarsi verso altre strade, allontanandosi dall’ingegneria. I licei forniscono una solida base culturale e scientifica, ma richiedono un impegno maggiore nell’approfondire autonomamente le competenze tecniche.
Successivamente, è possibile optare per gli ITS Academy o per l’università, a seconda delle proprie ambizioni e interessi.
È importante mantenere la mente aperta e curiosa, sviluppare competenze trasversali come il lavoro di squadra e la comunicazione, e coltivare una passione per l’innovazione. L’ingegneria è un campo in continua evoluzione, che richiede impegno, creatività e capacità di adattamento.
Conclusione
Suona la campanella dell’ultimo giorno della scuola media: da qui la strada prende forma e, inevitabilmente, conduce a una destinazione.
L’ingegneria è una di queste destinazioni, vissuta insieme agli ingegneri che la insegnano negli istituti tecnici, o in alternativa presso i licei, dove però predomina lo studio teorico, impartito da professori che, nella maggioranza dei casi, non hanno mai svolto la professione di ingegnere.
L’ingegneria è una professione affascinante e ricca di opportunità. Scegliere questo percorso significa non solo costruire una carriera solida, ma anche contribuire al progresso della società. Per i giovani studenti delle scuole medie, è il momento di sognare in grande, esplorare le proprie passioni e gettare le basi per un futuro brillante. Perché l’Italia ha bisogno di menti fresche e creative: il prossimo grande ingegnere potrebbe essere proprio tra le nuove generazioni, pronto a costruire il domani con ingegno, passione e determinazione.
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