Il problema non è la fuga ma il rientro dei cervelli

Sono molto favorevole alla mobilità dei ricercatori. La mia esperienza personale va in quella direzione. E ne sono stato arricchito”.

Secondo il ministro Profumo, che ne parla nel corso della trasmissione ‘Giovani Talenti’ di Radio 24, “il fatto che i nostri migliori ricercatori facciano un’esperienza all’estero rappresenta un segnale estremamente positivo per la qualità della formazione nel nostro Paese e per la ricerca”.

Più preoccupante è invece, a suo giudizio, lo squilibrio tra le persone che lasciano il Paese e le persone che rientrano. Il rientro in Italia è “difficile per tre elementi. I salari inferiori, un eccesso di parcellizzazione dei nostri laboratori di ricerca, infine le nostre comunità scientifiche, di buona od ottima qualità, ma senza una sufficiente rete di lavoro con le comunità di altri Paesi“.

Occorre dunque creare le condizioni perchè i nostri ricercatori o altri possano venire in Italia: “questo mix di sangue crea le condizioni migliori per la crescita del Paese“. Per Profumo “serve un ruolo più attivo nella ricerca europea, in termini di partecipazione, acquisizione di risorse, e di collaborazione con gli altri Paesi“-