Il PD di Schlein/2. Scelte difficili sulla scuola

Secondo un’indagine realizzata a caldo da Luciano Fasano e Paolo Natale per conto del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli studi di Milano, pubblicata  dalla Repubblica (16 marzo 2023) – una rilevazione sui delegati dell’Assemblea nazionale del PD effettuata in occasione della seduta di insediamento – l’orientamento della netta maggioranza dei partecipanti è stato caratterizzato da un “forte desiderio di cambiare la politica, di cambiare il Partito Democratico, di percorrere strade differenti da quelle sperimentate negli ultimi anni”.

Secondo i due ricercatori tra i delegati, in prevalenza ‘nativi democratici’, cioè non provenienti dai partiti che hanno costituito il PD ­– DS e Margherita –, sono emerse “molte e importanti differenze tra quelli vicini a Elly Schlein e quelli vicini a Stefano Bonaccini”. In primo luogo, l’autocollocazione politica, perché “i delegati di Schlein si dichiarano molto più a sinistra di quelli di Bonaccini, tra i quali è invece molto presente anche una significativa anima centrista”.

Di conseguenza i primi, nella prospettiva elettorale del “campo largo”, si sentono più affini al Movimento 5 stelle di Conte, mentre i secondi mettono il Terzo Polo sullo stesso piano. Però quella del “campo largo” è una scelta condivisa. Dove invece le differenze tra i due schieramenti si fanno più nette è sul terreno delle politiche, che vedono il pragmatismo di Bonaccini contrapporsi all’“orientamento più idealista dei delegati di Schlein, che tendono così a mostrarsi più intransigenti”.

Uno degli esempi portati dai ricercatori riguarda la retribuzione degli insegnanti in funzione del merito, che vede la maggioranza dei delegati di Bonaccini esprimersi nettamente a favore, e quella di Schlein contro. Un secondo tema è quello dell’accoglienza e dell’inclusione degli immigrati, che riguarda anche la scuola, dove emerge una visione più legata all’accoglienza “incondizionata” tra i sostenitori di Schlein, mentre tra quelli di Bonaccini prevale la preoccupazione per arrivi non sufficientemente governati. Sensibili differenze compaiono anche sul tema della fornitura di armi all’Ucraina, alla quale la netta maggioranza (71%) dei delegati di Bonaccini si dice favorevole, mentre poco meno di due terzi di quelli di Schlein esprimono giudizi più problematici.

Il quadro appare chiaro: il PD di Elly Schlein si colloca più “a sinistra” di quello che sarebbe stato il PD di Bonaccini, soprattutto in materia di diritti sociali e civili, che investono anche delicate problematiche educative, come quella dell’identità sessuale, dei figli di coppie omosessuali, dell’inserimento dei bambini immigrati. E se la destra di Meloni si apprestasse davvero (per ora non ci sono chiare indicazioni in questo senso) a garantire la libertà di scelta scolastica dei genitori, per esempio attraverso il costo standard, quale sarebbe la risposta della sinistra di Schlein?

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