Il Pd ‘ascolta’ la scuola. E le polemiche

Mentre cresce l’attesa per le misure sulla scuola annunciate per mercoledì prossimo dal Governo (il premier Renzi nel week end ha fatto sapere, come ormai d’abitudine tramite twitter, di essere al lavoro sui provvedimenti economici e di aver quasi completato il “dossier scuola”), per il 10 marzo il Pd organizza a Roma un incontro per “ascoltare” il mondo della scuola. L’iniziativa va letta nel quadro delle scenario disegnato nella mozione presentata da Matteo Renzi in occasione delle primarie del partito per la segreteria: “Casa per casa, comune per comune, scuola per scuola, da gennaio 2014 i nostri insegnanti, i nostri assessori alla scuola, i nostri circoli, i nostri ragazzi saranno chiamati alla più grande campagna di ascolto mai lanciata da un partito a livello europeo…”.

Probabilmente si tratta solo della prima tappa di un percorso che avrà sviluppi ulteriori, tra i quali anche una consultazione telematica su vasta scala. L’arrivo di Renzi alla guida del governo ha accelerato i tempi dell’operazione, che però appare destinata a (re)suscitare polemiche in quella parte della sinistra che ha vissuto l’avvento di Renzi alla segreteria del partito come l’episodio conclusivo di un processo di sradicamento politico, quasi una mutazione antropologica dell’identità del partito che fu di Gramsci, Togliatti e Berlinguer. Berlinguer Enrico, beninteso, non certo Luigi, accusato anzi di essere il principale responsabile della mutazione per quanto riguarda la politica scolastica: “una politica scolastica che ha stravolto l’assetto istituzionale della scuola della Costituzione”, come scrive l’associazione “Per la Scuola della Repubblica” in una nota diffusa alla vigilia dell’incontro promosso dal Pd.

Nel mirino di questa organizzazione sta in primo luogo la berlingueriana “legge di parità” (n. 62/2000) per aver “attribuito una funzione pubblica alle scuole private che non sono nemmeno tenute al rispetto della libertà di insegnamento”. Altri capi d’accusa sono lo svilimento degli Organi Collegiali e della partecipazione democratica conseguente alla istituzione nelle scuole della figura del Dirigente Scolastico-Manager “e forme di intervento ministeriale come l’INVALSI incompatibili con un’effettiva libertà di insegnamento”. Nonché, per venire a tempi più recenti, la “illegittima sperimentazione dell’accorciamento di un anno di liceo”, le “comparsate mediatiche del Presidente del Consiglio” , e “le prime dichiarazioni della ministra (Giannini, ndr) in continuità con le politiche devastanti dei Governi che si sono succeduti”.

Polemiche alquanto ‘vetero’, come si vede, ma che potrebbero trovare eco nella sinistra dentro e fuori del Pd (per esempio in Sel e nei sindacati di base, ma anche in parte della Flc Cgil). Il dibattito sembra destinato a riaprirsi.