Il paradosso di una società che ha quasi paura della scuola

In molti si chiedono se si riuscirà mai a dimostrare cosa sia o non sia successo a Rignano Flaminio. L’interrogativo riguarda l’opinione pubblica e certamente è più pressante in coloro che sono immersi nelle polemiche sui presunti abusi nella scuola materna “Olga Rovere” della cittadina laziale.

Traspare dalle notizie, che appaiono ogni giorno sulla stampa in aperta violazione della privacy dei bambini, delle famiglie e dei docenti, la difficoltà di portare la scuola fuori dalla pericolosa situazione in cui si trova. Purtroppo la scuola ormai fa notizia soprattutto così. Entra in giornali e riviste dove mai ci si sarebbe aspettato che trovasse spazio. E’ oggetto di discussione e dibattito in ambienti con competenze anche molto lontane da vocazioni scolastiche e pedagogiche.

Comunque il caso di Rignano – come si legge, anche, nella riflessione pubblicata sul sito della Cisl Scuola-Lazio – “è una brutta pagina nella storia della scuola italiana. Come sindacato che punta a rappresentare gli interessi di tutta la collettività, non possiamo esimerci dal sottolineare che la scuola (…) è la grande assente nel frastuono confuso di questi giorni. Della scuola ci si ricorda solo in occasione di eventi negativi e clamorosi che risvegliano in ciascuno di noi oscuri sentimenti di angoscia“.

Da troppo tempo si consuma una politica di disinvestimento. La conferma viene anche dall’assenza di proposte per utilizzare parte dell’inaspettato aumento delle entrate 2007 sul rilancio del sistema d’istruzione, con particolare riferimento alla messa a disposizione di “… strumenti di supporto per aiutare la scuola a svolgere il proprio compito con serenità, con efficacia, con la rassicurante convinzione che dietro di essa c’è un Paese che la guarda pensando al motto di Don Milani: I care, mi interessa, anzi, meglio, mi sta a cuore“.

Urgono, viceversa, alcuni impegnativi obiettivi strategici per ridare alla scuola la capacità di recuperare, in primo luogo, il rapporto fiduciario con la collettività nazionale che è la condizione per elevare il livello di qualità dell’attività didattica.