Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Il ‘mostro’ dei posti in deroga: il 90% dei precari costretto a cambiare scuola

Ma qual è la ratio dei “posti in deroga” per l’organico degli insegnanti di sostegno? Può essere spiegata solo per il rispetto di un vincolo economico: si frenano le assunzioni a tempo indeterminato, si risparmiano gli oneri retributivi e contributivi per i due mesi in cui le scuole sono chiuse. Criteri per così dire di prudenzialità economica nell’ambito della spesa pubblica, sui quali vigila severamente (e acriticamente) il Ministero dell’economia, ai quali il Ministero dell’istruzione deve conformarsi.

Ebbene almeno nel 90 per cento dei contratti a tempo determinato i docenti di sostegno saranno nominati in scuole diverse da quelle dove hanno prestato servizio l’anno scorso, rendendo impossibile la continuità didattica, un bene prezioso per assicurare ai ragazzi con disabilità il diritto allo studio costituzionalmente previsto. E non è detto che il nuovo docente arrivi “al primo colpo”: può esserci una sequenza di supplenti temporanei che si avvicendano, a volte per mesi. D’altronde non si possono nominare i supplenti fino a quando non sono state definite le operazioni relative ai docenti di ruolo. La conseguenza è che laddove c’è un posto di ruolo non può essere nominato il supplente.

A volte la ricerca del docente di sostegno non va a buon fine, e allora l’alunno disabile viene affidato a un docente non specializzato, che non ha una preparazione specifica e che non ha chiesto di insegnare ad alunni disabili.

A questa discontinuità didattica sui posti in deroga si aggiunge quella sui posti fissi, conseguente alla mobilità, alle nuove assunzioni in ruolo e alle supplenze annuali.

 

 

Forgot Password