Nella ‘Buona Scuola’ l’alternanza è organizzata a partire dalla scuola, è cioè complementare alla scuola, ma ci sono in Europa altri modelli, come quello tedesco, nei quali il rapporto è rovesciato, ed è la scuola ad essere complementare al lavoro.

In una posizione intermedia si collocano altre esperienze di alternanza come quella promossa circa un anno fa dalla multinazionale dell’alimentazione Nestlé nel quadro dell’iniziativa European Alliance for Apprenticeships della Commissione europea. Si tratta della rete Alliance for YOUth, cui aderiscono circa 200 aziende in Europa, di cui 12 in Italia. L’obiettivo è quello di combattere la crisi occupazionale in Europa attraverso la creazione di oltre 100.000 opportunità per i giovani nei prossimi anni, di cui oltre 5.000 in Italia.

Per quanto riguarda il nostro Paese l’Alleanza ha sviluppato una riflessione mirata sui ‘Mestieri d’Italia’, ovvero su una tipologia di professioni, totalmente nuove o rinnovate, che possono venire incontro alla domanda di specifiche capacità e competenze che le industrie italiane cercano e spesso non trovano sul territorio.

Si tratta di figure professionali che nascono spesso dalla ibridazione digitale di vecchi mestieri che si stanno evolvendo rapidamente, dal designer tecnico all’esperto di e-commerce, dal consulente dell’innovazione allo storyteller statistico e all’ingegnere della logistica: mestieri che sono il  risultato di un approccio alla formazione nel quale le aziende “diventano un vero e proprio ‘prolungamento’ dell’aula scolastica e universitaria”, come hanno spiegato la scorsa settimana i responsabili della rete italiana di Alliance for YOUth.

Il pacchetto di iniziative comprende varie tipologie di stage e tirocini, corsi di orientamento, contratti a tempo determinato e indeterminato. Attività che si pongono sempre in stretta relazione con gli studi compiuti o in corso ma che ampliano sul campo le competenze dei giovani orientando al futuro i loro profili professionali.