Il Miur raccomanda trasparenza e rendicontazione per i contributi delle famiglie

Stop alle pratiche poco trasparenti per quanto riguarda i contributi volontari alle scuole. Il ministero dell’Istruzione invita gli istituti a gestire queste risorse con trasparenza inviando a fine anno alle famiglie un rendiconto su come sono state gestite.

In una nota inviata ai direttori degli uffici scolastici regionali, il capo dipartimento all’Istruzione, Lucrezia Stellacci ricordando che è stata più volte denunciata la prassi di richiedere il versamento del contributo come condizione per l’iscrizione degli studenti, ribadisce che i versamenti in questione “sono assolutamente volontari, anche in ossequio al principio di obbligatorietà e gratuità dell’istruzione inferiore”. Le scuole quindi dovranno “tenere ben distinti i contributi volontari dalle tasse scolastiche che, al contrario, sono obbligatorie, con l’eccezione dei casi di esonero“.

Il contributo volontario, a ogni modo – si precisa – “non potrà riguardare lo svolgimento di attività curricolari“. Dovrà essere indirizzato “esclusivamente a interventi di ampliamento dell’offerta culturale e formativa e non ad attività di funzionamento ordinario e amministrativo” e le famiglie vanno sempre informate sulla possibilità di avvalersi della detrazione fiscale. Inoltre – avverte la nota – le scuole “dovranno improntare l’intera gestione delle somme in questione a criteri di trasparenza ed efficienza. In particolare le famiglie dovranno preventivamente essere informate sulla destinazione dei contributi, in modo da poter conoscere in anticipo le attività che saranno finanziate con gli stessi ed eventualmente decidere, in maniera consapevole, di contribuire soltanto ad alcune specifiche azioni“.

Non solo. Alle famiglie, alla fine dell’anno scolastico, “andrà assicurata una rendicontazione chiara ed esaustiva della gestione dei conti, dalla quale risulti come sono state effettivamente spese le somme e quali benefici ne ha ricavato la comunità scolastica“.

Ai direttori degli uffici scolastici regionali si chiede, infine, di vigilare sulla corretta applicazione delle disposizioni e di intervenire “direttamente, secondo le proprie competenze, per contrastare eventuali comportamenti difformi“.