Il ministro fa l’esame “di maturità” ai dirigenti

Negli stessi giorni in cui quasi mezzo milione di studenti è chiamato a sostenere il colloquio dell’esame di maturità, anche i dirigenti più importanti del MIUR, quelli di prima fascia con incarichi centrali, sono stati convocati dal ministro Moratti per una verifica del loro operato. L'”esame” è rigorosamente individuale e si svolge alla presenza di un solo “commissario interno”, il capo del Dipartimento Pasquale Capo. Ma il giudizio di maturità spetterà al solo Presidente esterno della commissione, cioè al ministro Moratti. La vicenda è diventata scottante, e tiene in apprensione i dirigenti, perché la legge Frattini sulla dirigenza pubblica, approvata definitivamente dalla Camera la scorsa settimana (testo scaricabile dal sito www.governo.it) prevede che tutti i dirigenti di prima fascia (in totale 35 nel settore dell’istruzione) decadano automaticamente entro 60 giorni dall’entrata in vigore della stessa legge. I contratti individuali dovranno perciò essere tutti rinnovati, senza alcuna garanzia di continuità nelle funzioni finora svolte.
Ecco perché l’esame al quale li sta sottoponendo il presidente-ministro Moratti acquista per i dirigenti il significato di una vera e propria prova di maturità. Però senza commissione “amica” e, in caso di bocciatura, con il solo, avaro paracadute di ricevere un incarico equivalente o, in mancanza di funzioni disponibili, di essere assegnato a “compiti di ricerca e studio”. Ma solo per un anno.