
Il ministro cambia partito
Tanto tuonò che piovve. Il processo di decostruzione di Scelta civica, al quale aveva impresso una robusta accelerazione l’insuccesso registrato dal partito fondato da Mario Monti nelle elezioni europee del maggio 2014 (finito sotto l’uno per cento), si è completato con il passaggio al Pd dell’intero gruppo dei senatori, con l’eccezione del sottosegretario Della Vedova. Succede anche nel calciomercato invernale.
Gli eletti di Sc, in sostanza, hanno in questo caso seguito gli elettori, che con ogni evidenza si erano già spostati verso il partito guidato da Matteo Renzi.
Assieme ad alcuni degli esponenti di spicco transitati in area Pd (tra questi l’ex ministro Linda Lanzillotta, il sottosegretario Carlo Calenda, il giuslavorista Pietro Ichino, l’economista Irene Tinagli) ha alla fine deciso di fare lo stesso passo Stefania Giannini, che nel Governo Renzi è entrata in rappresentanza di Scelta civica, essendone la segretaria in carica al momento della formazione del nuovo esecutivo.
Matteo Renzi, nei giorni scorsi, aveva auspicato “un approdo comune” parlando esplicitamente dei senatori di Sc: “Ho molto apprezzato il contributo leale arrivato dai senatori di Sc sia sul cammino delle riforme istituzionali ed economiche sia in occasione della elezione del capo dello Stato”, aveva detto il premier, che con considerevole tempismo – dopo aver ricucito il rapporto con la sinistra interna del suo partito con l’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica – coglie ora l’occasione dell’arrivo degli ex di Sc per controbilanciare tale operazione rafforzando il versante moderato del suo partito. E irrobustendo così le ali, in vista della… Champions League delle riforme.
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