Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Il libro piange. Stati generali dell’editoria

Il 14 e 15 settembre si svolgono a Roma, nell’ampia sala dello stenditoio del complesso di San Michele a Ripa (con inizio alle ore 14), gli “Stati generali dell’editoria”.

Forse l’espressione “Stati generali” è un po’ sovradimensionata, e in questo contesto suona un po’ come “ultima spiaggia”, ma rende bene l’idea che gli organizzatori vogliono sviluppare: non c’è futuro, neanche economico, per l’editoria italiana – e più complessivamente per il sistema Paese – se il sistema scolastico non rilancia la lettura. La prima sessione di lavoro, quella che prevede le conclusioni del ministro Moratti, è significativamente intitolata “Imparare a leggere, leggere per imparare”.

Il problema, in Italia come in Francia, dove è in corso una vasta campagna nazionale a sostegno della lettura, e come in altri Paesi ad alta scolarizzazione, è quello di difendere la lettura dagli assalti dei nuovi media, che privilegiano l’oralità, le immagini, la comunicazione “orizzontale” e multimediale rispetto a quella “monomediale” centrata sul libro stampato su carta.

Diverse ricerche in corso concordano sull’importanza decisiva che assume la qualità delle competenze di base in materia di lettura (e di scrittura) ai fini della capacità di apprendere ulteriormente: un requisito fondamentale per seguire il ritmo dell’innovazione tecnologica e migliorare la produttività in qualunque campo.

Qualche cifra mostra bene la dimensione del ritardo accumulato dal nostro Paese in proposito: in Italia legge libri solo il 42.2% della popolazione sopra i 15 anni, contro il 44.3% della Francia, il 49.8% della Germania, il 63.2% del Regno Unito e il 71.8% della Svezia.

Le competenze alfabetiche degli italiani adulti, intese come possesso di strumenti che consentano autonome capacità di lettura, comprensione e interpretazione di un testo di una complessità appena superiore a quella prevista a conclusione della scuola di base, sono assai modeste: solo l’8% della popolazione adulta possiede un elevato patrimonio di competenze, contro il 17% del Regno Unito, il 13% della Germania o il 32% della Svezia. Pochi sono gli italiani che leggono romanzi, ma ancor meno sono quelli che si rivolgono all’editoria professionale (11,3% contro il 56,5% della Germania o il 38,1% della Francia). E molto, quasi tutto, dipende da ciò che si fa (o non si fa) a scuola, a partire dalla scuola dell’infanzia.

Forgot Password