Il giallo della sperimentazione del 2° ciclo/2

Cosa ha deciso il governo nel varo definitivo del provvedimento? Nella conferenza stampa successiva all’approvazione definitiva del decreto in consiglio de ministri, il ministro dell’Istruzione Moratti ad una precisa domanda sull’avvio della sperimentazione risponde “presumibilmente nel settembre 2006“. La dichiarazione è stata riportata dalle agenzie e poi da vari quotidiani.
Si scatena la bagarre. Da ambienti vicini alle Regioni partono telefonate a Palazzo Chigi, a viale Trastevere e al ministero degli affari regionali. Le Regioni pretendono una rettifica da parte del ministro Moratti. Rettifica che arriva poche ore dopo prima dalla voce del ministro Moratti (“il decreto non contiene riferimenti a una data precisa“), e poi sotto forma di un comunicato stampa del ministero dell’istruzione.
Le sperimentazioni verranno promosse e avviate dal MIUR – afferma il comunicato stampa ministeriale – una volta completati gli adempimenti normativi di competenza dello stesso MIUR, ferma restando l’autonomia scolastica“. Una formula criptica che non scontenta nessuno e non rassicura completamente nessuno.
Ma quali sono questi “adempimenti normativi”? Si può pensare all’attuazione del titolo V, alla disciplina della fase transitoria dal vecchio al nuovo sistema, alla definizione dei titoli di studio in uscita dai percorsi del secondo ciclo e delle figure professionali, alla definizione di procedure, criteri e di tempi definiti per assegnare le risorse finanziarie etc.
Grave ed improvvida” sarebbe secondo Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, qualsiasi sperimentazione della riforma senza avere preventivamente definito questi aspetti.
Insomma “una fuga in avanti, che getterebbe la scuola superiore, le famiglie e gli studenti in una condizione di totale incertezza sul proprio futuro“.