Il Garante della privacy si muove sul caso Pont-Saint-Martin

Istruttoria del Garante della privacy sulla vicenda dei genitori che non pagano la mensa dei figli nel Comune in provincia di Aosta, e che hanno visto i propri nomi, compresi quelli dei propri bambini, messi sul sito del Comune con accanto le cifre dovute.

Il Garante della privacy è intervenuto sulla questione della lista dei morosi pubblicata sul sito web del comune di Pont-Saint-Martin – dice una nota – aprendo un’apposita istruttoria sulla diffusione dei nomi di chi non è in regola con il pagamento della retta dell’asilo. In una lettera rivolta all’amministrazione comunale si ricorda che più volte il Garante ha dichiarato illecita la diffusione di dati personali mediante la pubblicazione di avvisi di mora o di sollecitazioni di pagamento. La diffusione di simili informazioni può contenere solo avvisi di carattere generale, mentre alle singole persone ci si deve rivolgere con comunicazioni di carattere individuale“.

Intanto il Comune di Pont-Saint-Martin ha fatto un parziale passo indietro. Vista la bufera mediatica e le proteste anche a livello nazionale, hanno indotto l’amministrazione a togliere dalla delibera n. 299 del 3 settembre 2010, contenente le ingiunzioni di pagamento con le generalità di chi non aveva versato il canone dovuto, i nomi dei minori che hanno usufruito del servizio di mensa.

Sono il primo a riconoscere che, seppur legittima, la pubblicazione dei nomi dei bambini è stata una mancanza di sensibilità – ha detto il sindaco Guido Yeuillaz, riporta aostasera.it – Voglio però sottolineare che questa è stata una procedura d’ufficio che, come tutte queste pratiche, è stata portata avanti dagli uffici senza che la parte politica venisse direttamente coinvolta“. In parole povere il sindaco vuole dire che non vi è stata alcuna intenzione politica di discriminare le 8 famiglie, 5 delle quali immigrate, non in regola con il pagamento della mensa.

Ora abbiamo dato agli uffici delle direttive chiare affinché fatti come questi non si ripetano in futuro“. Il primo cittadino del piccolo Comune ci tiene a precisare che la vicenda è diversa da quella avvenuta qualche mese fa nel paese di Adro: “Non abbiamo mai interrotto la somministrazione dei pasti ad alcun bambino anche se la retta non era stata pagata“.

Per la minoranza di centrosinistra che ha sollevato la vicenda in Consiglio comunale “c‘è un’evidente violazione della privacy – afferma il consigliere Cleta Yeuillaz – e le persone che non hanno pagato, tra cui alcuni immigrati stranieri, sono state messe alla berlina, con il rischio di discriminazione all’interno di un piccolo paese come il nostro“.