Il dirigente scolastico tra passato e futuro

Il passato del dirigente scolastico si chiama preside (o direttore, al tempo delle elementari). Un passato ricco di prestigio e povero di riconoscimenti economici, come quello degli insegnanti (e anche dei dirigenti amministrativi: ci fu un tempo in cui il preside guadagnava più o meno come un provveditore, e poco meno di un direttore generale).

Il presente è nominalmente quello di un dirigente che dirige poco, perché non ha gli strumenti per farlo (però di responsabilità ne ha in abbondanza), ma guadagna molto meno di un dirigente amministrativo, nel frattempo decollato per ben altri livelli di compenso in grazia di norme che avrebbero voluto farne manager pubblici competitivi, anche dal punto di vista retributivo, con i manager privati. Obiettivo conseguito dagli amministrativi solo in parte, ma abbastanza per distanziare di molto i dirigenti scolastici (e di moltissimo gli insegnanti).

Il futuro è incerto. Il Ddl ‘Buona Scuola’ approvato dal Consiglio dei ministri non ha equiparato i dirigenti scolastici a quelli amministrativi sotto il profilo retributivo, ma ha fatto qualche passo per consentire agli scolastici di essere un po’ più ‘dirigenti’ attribuendo loro alcune funzioni che ne accrescerebbero le competenze decisionali, come quella di poter scegliere una parte degli insegnanti prelevandoli dagli albi territoriali o quella di assegnare compensi ai collaboratori più stretti e più impegnati.

Sui ‘superpoteri’ del DS si è subito concentrata la critica non solo dei sindacati ma anche di una parte dei parlamentari della maggioranza, e si profilano emendamenti che bilancerebbero le sue competenze con quelle del Collegio dei docenti e del Consiglio di istituto. Un più equilibrato sistema di contrappesi è stato anche suggerito da Tuttoscuola nel documento presentato in occasione dell’audizione in Parlamento (consultabile a questo link:  http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=35749 ),

Immediata la protesta dell’ANP, e anche dell’Andis, che parlano di ‘retromarcia’ del Governo. “Lo scenario che sembrerebbe delinearsi, se tali anticipazioni fossero vere, è di nuovo quello di riaffermare le responsabilità senza i poteri!”, scrive l’ANP sul suo sito.

Le organizzazioni che rappresentano i dirigenti scolastici chiedono invece non solo che vengano confermate le prerogative delineate nel Ddl ‘Buona Scuola’ ma che sia, invece, modificato il testo dell’altro Ddl che li interessa, quello sulla Riforma della Pubblica Amministrazione nel senso di includere la dirigenza delle istituzioni scolastiche nel ruolo unico della dirigenza pubblica. In direzione della piena equiparazione sia giuridica sia economica, chiede l’ANP, mentre l’Andis propende per l’equiparazione economica, preservando la specificità dei dirigenti scolastici.