Il dirigente scolastico a mani nude davanti al giudice

Nell’Italia scolastica rissosa che cerca di risolvere qualsiasi conflitto o difesa di interessi (anche quelli poco dignitosi) con denunce e ricorsi presentati al giudice del lavoro o al giudice amministrativo, può capitare, e anzi capita, che un dirigente scolastico venga portato in tribunale (ad esempio, da un docente che ha ricevuto la sanzione disciplinare dell’avvertimento scritto) senza che abbia la possibilità di difendersi come qualsiasi altro cittadino.

L’Avvocatura dello Stato che dovrebbe difenderlo, da diverso tempo, per poter fronteggiare le migliaia di cause che, in continuo crescendo, si accumulano sul suo tavolo, ha fatto una scelta selettiva, decidendo di non occuparsi delle questioni minori.

Il dirigente scolastico, citato per una causa minore, resta, quindi, senza difesa, perché l’Avvocatura non ha nemmeno il tempo per abbozzare uno straccio di linea difensiva.

Se proprio non è possibile, pazienza: il dirigente scolastico dovrà trovare un’altra forma di difesa rivolgendosi al forum degli avvocati…

Eh, no! Qui viene il bello: al dirigente scolastico citato in giudizio non è consentito avvalersi di un proprio avvocato, nemmeno a sue spese.

È assurdo, ma è così, perché lo prevede esplicitamente una nota del Miur, prot. 3739 dell’11.11.2003, che si appella all’art. 417 bis del codice di procedura civile.

In tribunale il docente bacchettato (a torto o a ragione) si potrà avvalere di un proprio legale che, buon conoscitore di procedure e di sentenze, potrà condurre adeguatamente la causa contro il dirigente scolastico, mentre quest’ultimo, a mani nude, dovrà fare tutto da solo con una difesa all’americana, sperando sulla clemenza del giudice che, a volte, ha concesso il libero patrocinio, ma che spesso, come si sa, ha un occhio di riguardo soprattutto e comunque per il lavoratore.

Ma i sindacati dei dirigenti scolastici questo lo sanno? E l’Amministrazione non si stupisca se i dirigenti scolastici per sopravvivere eviteranno anche il più semplice richiamo ai dipendenti inadempienti o fannulloni.