Il cyberbullismo è più pericoloso del bullismo

Quasi la metà degli adolescenti italiani (45,5%) ha assistito ad episodi di bullismo, oltre uno su tre (34,2%) li ha subiti personalmente o ha un amico che ne è stato vittima attraverso Internet (Facebook, chat, youtube), quindi ha fatto esperienza del cyberbullismo, fenomeno oggi in crescita in modo sempre più preoccupante.

I dati sono forniti da una recente indagine nazionale della Società Italiana di Pediatria (SIP) intitolata ‘Abitudini e stili di vita degli adolescenti italiani’.

Secondo il questionario dei pediatri mentre il bullismo nella sua forma classica spaventa meno – a dichiarare di aver assistito ad atti di bullismo è complessivamente il 54% del campione contro il 61,5% registrato nel 2011 e il 75% del 2008 – cresce in modo preoccupante il cyberbullismo, ovvero le persecuzioni, offese e molestie perpetrate in rete, soprattutto attraverso i social network. Lo registra già il 43% degli adolescenti, percentuale che sale al 62% tra i grandi utilizzatori della rete. Il cyberbullismo può avere ripercussioni negative sulla vittima anche peggiori rispetto al bullismo tradizionale, perchè la persecuzione mediatica non è circoscritta ad un singolo ambiente (la scuola, la palestra, ecc) al di fuori del quale la vittima può avere un suo ‘riscatto’ psicologicamente compensativo, ma raggiunge tutti gli ‘ambienti di riferimento’ dell’interessato, spiega Giovanni Corsello, nuovo Presidente Sip.

Non meno preoccupanti i dati di un’altra indagine sul cyberbullismo, ‘I ragazzi e il Cyberbullismo’ realizzata da Ipsos per Save the Children e diffusa alla vigilia del Safer Internet Day, la giornata istituita dalla Commissione Europea per la promozione di un utilizzo sicuro e responsabile dei nuovi media tra i più giovani.

Secondo questa ricerca la vittima del cyberbullo è scelta perchè  ‘diversa’ per il suo aspetto estetico (67%), per la timidezza (67%), per il suo supposto orientamento sessuale (56%), perchè straniero (43%), per il suo abbigliamento non convenzionale (48%), per la bellezza femminile che ‘spicca’ nel gruppo (42%), e persino perchè disabile (31%).

La modalità d’attacco preferita dai giovani cyberbulli è la persecuzione della vittima attraverso il suo profilo su un social network (61%). L’invasività del cyberbullismo e l’anonimato di cui può godere il persecutore rende il fenomeno ancora più pesante e traumatico per le giovani vittime.