Il covid 19 incrementa il precariato nella scuola

L’emergenza sanitaria ferma i concorsi per l’assunzione di quasi 75 mila docenti (se tutto andrà bene a settembre, attraverso il concorso straordinario della secondaria, entreranno in ruolo 8-10 mila professori), ma non ferma i pensionamenti.

È del tutto improbabile che i concorsi ordinari di infanzia, primaria e secondaria si svolgano in tempo utile per nominare i primi vincitori al prossimo settembre, mentre nel frattempo aumenta il numero di posti vacanti da coprire.

Le domande di pensionamento presentate da docenti dei vari ordini scuola per lasciare il servizio dal prossimo anno scolastico sono state all’incirca 27.600 (soprattutto nelle scuole dell’Italia settentrionale), ma in buona parte non potranno essere coperte da docenti di nuova immissione in ruolo a causa dell’esaurimento di molte graduatorie per varie classi di concorso e per l’inadeguata disponibilità di graduatorie di merito di precedenti concorsi.

Nel settembre scorso, nonostante l’autorizzazione del MEF a ricoprire 84mila posti, nonostante la call veloce per cambiare l’iscrizione in GAE per una provincia diversa con posti vacanti, nonostante insomma questa complessiva situazione oltremodo favorevole, sono rimasti vacanti migliaia di posti che nemmeno gli iscritti in GAE sono riusciti a coprire per esaurimento di graduatorie.

Sono stati coperti soltanto 18.254 posti, costringendo l’Amministrazione scolastica ad attivare 66.654 supplenze annuali sui posti rimasti vacanti.

A queste supplenze se ne sono aggiunte altre fino al termine delle attività didattiche (30 giugno) per circa 70 mila posti di sostegno in deroga e per altre migliaia su posti disponibili in organico di fatto, soprattutto per spezzoni di cattedra.

Se l’anno scolastico 2020-21 ha fatto segnare un record negativo di precariato nella scuola (stimabile intorno al 25%), quello che si prospetta per l’anno prossimo segnerà un nuovo record negativo, in particolare nelle scuole settentrionali dove ai numerosi posti e cattedre già vacanti e non coperti nel settembre scorso, andranno ad aggiungersi i vuoti per nuovi pensionamenti (più di 4.700 nella sola Lombardia).