Il contascioperanti

Sciopero a difesa della pace o sciopero a difesa del contratto: qualunque sia la motivazione per l’astensione, sarà comunque sciopero. E, subito dopo, sarà guerra. Guerra di cifre sull’adesione allo sciopero e sulla sua riuscita, con diversa quantificazione del numero di aderenti, secondo la versione sindacale o quella ministeriale. Due verità che fanno comodo alle parti che le proclamano; basti pensare, infatti, che l’ultima volta fu un 40-50% secondo i sindacati e un 16% secondo il MIU.
Ma, per la prima volta, il ministero potrebbe disporre – si spera prontamente – di dati complessivi generali, anziché di dati-campione, come ha sempre fatto in passato. In questo senso ha già fornito precise indicazioni alle istituzioni scolastiche che dovranno trasmettere on line i dati di adesione, riferiti al solo personale che nella giornata di sciopero avrebbe dovuto comunque essere presente.
Poiché però quei dati in molti casi non potranno essere digitati nella stessa giornata dello sciopero, per la concomitante astensione anche del personale amministrativo, probabilmente il MIUR nella giornata dello sciopero continuerà ad avvalersi di dati provvisori sul campione rilevato, in attesa di quelli finali e generali che arriveranno per via telematica.
Ma anche quei dati finali oggettivi potrebbero essere ingannevoli, perché certamente, soprattutto negli istituti di istruzione secondaria, le aule si svuoteranno automaticamente per le assenze degli studenti (e con la guerra in corso sarà un fatto certo), non rendendo possibile l’identificazione dei docenti in sciopero e di quelli messi in condizione di non insegnare (e quindi forzatamente assenti).
Il controllo incrociato potrebbe essere fatto solamente con i dati che gli istituti scolastici dovranno trasmettere per la ritenuta per sciopero sullo stipendio, ma l’impresa sembra titanica e poi, se resa nota dopo due o tre mesi dallo sciopero, a cosa servirebbe?
Bisogna pertanto accontentarsi dei dati immediati, purché siano solleciti e generali.