Il consiglio comunale di Adro non decide sui simboli da rimuovere

La seduta è stata aperta pubblica per intervento del prefetto

Dopo l’invito del ministro Gelmini al sindaco di Adro, perché rimuova i simboli del sole delle Alpi dal nuovo edificio scolastico, e dopo la lettera inviata dal presidente della Repubblica ai genitori di Adro che si erano rivolti a lui per ottenere l’eliminazione di simboli di partito dentro la scuola, c’era viva attesa per il consiglio comunale che ieri sera avrebbe dovuto trattare la questione.

La riunione era cominciata con una sorpresa, perché, contrariamente a quanto annunciato dallo stesso sindaco, la seduta non si è svolta a porte chiuse.

Il consiglio comunale del paesino bresciano, convocato d’urgenza lunedì sera dal sindaco leghista Oscar Lancini è stato, infatti, a sorpresa riaperto al pubblico.

Il sindaco ha detto ai giornalisti: “Se fate i bravi vi faccio rimanere”. Non si è trattato, però, di un atto di cortesia del sindaco, perché il regolamento comunale prevede i dibattiti a porte chiuse soltanto in rare circostanze, diverse dalla attuale questione. In merito sembra sia intervenuto il prefetto di Brescia, su richiesta della minoranza comunale, per ricordare al sindaco l’obbligo di seduta pubblica. 

Quanto ai simboli padani sulla scuola intitolata a Miglio il sindaco ha detto ai giornalisti di avere “le idee chiare”.

Ha poi spiegato di non essere tenuto a rispondere al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale, apprezzando la posizione assunta dalla Gelmini, in risposta ai genitori di Adro aveva affermato che che nessun simbolo identificabile con una parte politica possa sostituire in sede pubblica, quelli della nazione e dello Stato, né questi possono essere oggetto di provocazione e sfide“.

All’ultima ora, però, un’altra sorpresa. L’interpellanza dell’opposizione sulla rimozione dei simboli leghisti dalla scuola sarà discussa nel prossimo consiglio comunale.