
Il carbone della Befana per gli scatti annullati/3. Non parole ma fatti
In questi ultimi mesi si sono sprecati parole e proclami per le priorità della scuola da parte di quasi tutti gli esponenti del mondo politico e del Governo.
L’affaire scatti recuperati rischia ora di trasformarsi in un pericoloso boomerang, soprattutto per il premier Letta e per il ministro Carrozza, per i quali l’accusa è di incoerenza.
Secondo il segretario della Cisl-scuola, Francesco Scrima, da parte del Governo si tratterebbe di un atto di palese incoerenza rispetto alle tante affermazioni di voler sostenere e valorizzare il lavoro nella scuola.
“Come sempre sono i fatti – ha dichiarato Scrima – sono le scelte concrete a valere più degli impegni assunti con parole altisonanti: ne ha spese molte anche questo governo, quando ha dichiarato di voler ridare centralità a istruzione e formazione. Ma se la decisione di intervenire sugli stipendi fosse confermata, quelle parole verrebbero palesemente smentite, con una clamorosa caduta di credibilità per chi le ha pronunciate, oltre che di autorevolezza e affidabilità per chi nel governo è investito di diretta responsabilità in materia di istruzione e formazione”.
Alle parole di Scrima hanno fatto seguito quelle della Flcgil, che, oltre a richiedere la revoca della nota incriminata, ha dichiarato: “è necessario che la buona politica batta un colpo e investa nella scuola a partire dall’innalzamento degli stipendi dei lavoratori della scuola italiani, che risultano tra i più bassi d’Europa”.
In settimana, dopo la pausa natalizia, con tutta probabilità vi sarà un incontro con il mondo sindacale. Sul tavolo la credibilità del governo sulla scuola: i sindacati chiedono fatti, non parole.
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