Il bonus della discordia/3. Il DS decide “sulla base” dei criteri del Comitato. Che significa?

Il comma 127 della legge 107 stabilisce che “Il dirigente scolastico, sulla base dei criteri individuati dal comitato per la valutazione dei docenti, (…) assegna annualmente al personale docente una somma del fondo di cui al comma 126 sulla base di motivata valutazione”.

Come si vede, l’espressione “sulla base” compare qui due volte.

A sua volta il comma 129 prescrive che il Comitato per la valutazione dei docenti individua i criteri per la valorizzazione dei docenti “sulla base”:

a) della qualità dell’insegnamento e del contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli studenti;

b) dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e dell’innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche;

c) delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale.

Il ripetuto ricorso alla prudente locuzione “sulla base” evidenzia, a nostro avviso, un orientamento del legislatore a non regolamentare in modo troppo rigido la materia. Il comma 129 indica in termini generali i contenuti “sulla base” dei quali (non dice “nel rispetto” dei quali) il Comitato di valutazione dovrà definire i criteri, mentre il comma 127 si limita a dire che il DS assegna la somma al docente “sulla base di motivata valutazione” e non, per esempio, “applicando” o “rendendo esecutivi” i criteri definiti dal Comitato di valutazione. La “motivata valutazione” implica un’assunzione di responsabilità personale del dirigente scolastico, che potrebbe per esempio attribuire un peso ponderale maggiore o minore a uno o più criteri e ai relativi indicatori, giustificando le sue scelte pubblicamente.

Margini di interpretazione per un dialogo costruttivo tra le diverse componenti esistono. Grave errore sarebbe, per tutte le parti in causa, arroccarsi su posizioni di principio rivendicando il proprio spazio/ruolo a scapito di quello altrui. L’impresa formativa ha bisogno di tutti, soprattutto di dialogo per una progettualità condivisa.