Idv e Rete degli studenti contro la ripartizione premiale dei fondi alle scuole

La norma del ddl stabilità che prevede di legare la ripartizione del fondo di funzionamento delle scuole pubbliche a presunti, non misurabili criteri di efficienza, è del tutto inaccettabile, incostituzionale, ed incoerente con gli obiettivi propri dell’istruzione pubblica. quale premio o punizione per il buono o cattivo funzionamento può essere rappresentato da una diversa elargizione di fondi destinati alla cancelleria, ai materiali didattici, alle pulizie, alla manutenzione?“. Lo dichiara in una nota Giulia Rodano, responsabile nazionale Cultura e Istruzione di Italia dei Valori.

Questa nuova norma va invece nella stessa direzione già tracciata col decreto sull’autonomia scolastica, ovvero creare scuole pubbliche di serie A e di serie B” dichiara Rodano. “Una vera e propria deriva aziendalistica della nostra pubblica istruzione, che abbiamo il dovere di respingere con forza e senza mediazioni. Tra i primi atti della nuova legislatura deve esserci la sospensione della erogazione delle cosiddette quote premiali, per tornare a dare alle scuole e alle università quello di cui hanno bisogno per funzionare. E su questo tema chiediamo al Partito Democratico di assumere una posizione chiara e inequivocabile“.

Sulla stessa linea, si pone in una nota, la Rete degli studenti: “Nella legge di stabilità 2013 troviamo una norma che determina l’erogazione delle risorse per il funzionamento delle istituzioni scolastiche in base ai risultati delle singole scuole. Questa è una norma che ancora una volta non premia il merito, ma accresce le disuguaglianze“.

Il portavoce dell’associazione di studenti, Daniele Lanni, spiega: “Questa norma è l’ennesima che dietro all’ideologia del merito nasconde l’ennesimo colpo all’istruzione pubblica e al futuro di migliaia di studenti. È impensabile e assurdo dare finanziamenti alle scuole in base ai risultati ottenuti. La scuola secondaria è scuola dell’obbligo e chiunque deve avere la possibilità di frequentare una scuola di qualità, senza alcun tipo di discriminazione“.

Continua Lanni: “Questa è una norma profondamente ingiusta, che porterà le scuole delle periferie o con più difficoltà, a diventare scuole di serie B. La direzione nella quale si dovrebbe andare è esattamente l’opposta: garantire a tutti gli studenti lo stesso livello d’istruzione a prescindere dalla scuola che frequentano“. Conclude Lanni: “Non esiste merito senza uguaglianza. E l’uguaglianza si crea dando a tutti la stessa possibilità di apprendere, finanziando maggiormente le scuole in difficoltà e non viceversa. Siamo stanchi di chi continua ad usare la bandiera del merito solo come uno spot e continua in realtà a colpire sempre ed esclusivamente gli studenti“.