I. Visco, Investire in conoscenza per la crescita economica, Il Mulino, Bologna 2009, euro 11,50

Il mondo della scuola ha accolto con particolare interesse e favore la nomina di Ignazio Visco a Governatore della Banca d’Italia anche per la grande attenzione che egli ha sempre riservato all’analisi del rapporto tra istruzione e sviluppo economico, testimoniato da questo volume, pubblicato nel 2009.
La tesi sostenuta nel libro è che l’Italia non ha saputo finora adeguatamente fronteggiare i grandi fenomeni evolutivi del nostro tempo, dalla globalizzazione alla rivoluzione informatica, dall’aumento della vita media al governo dei flussi immigratori dai Paesi in via di sviluppo. Questo ritardo, insieme ad ostacoli antichi come l’arretratezza dei servizi pubblici e privati, e recenti come la bassa produttività e competitività, ha reso ancora più difficile porre le basi del ritorno a una crescita stabile e duratura.
Perciò diventa  essenziale secondo l’autore, che è stato in passato anche capo economista presso l’OCSE (1997-2002), accrescere il capitale umano di cui dispone il nostro paese perseguendo più alti livelli di istruzione, formazione e conoscenza. Obiettivo che può essere realizzato solo attraverso una strategia di maggiori investimenti, pubblici e privati in questo settore, e puntando in modo coerente e continuativo sulla qualità, sulla valutazione e sul riconoscimento del merito già a partire dalla scuola. La via maestra è quella di creare strutture di eccellenza e di puntare a una ricerca di livello almeno europeo.

I benefici di una strategia di questo tipo non sarebbero solo economici in senso stretto: ad essere arricchito non sarebbe solo il ‘capitale umano’, inteso come somma delle competenze individuali, ma anche quello ‘sociale’, cui l’autore dedica un rapido ma significativo cenno nelle conclusioni del volume. Il miglioramento del ‘capitale sociale’, definito come capacità di cooperare con gli altri e di riporre in essi fiducia, è un forte fattore di progresso anche in senso economico, oltre che etico-sociale, perché implica il “rafforzamento del senso civico, il rispetto delle regole, l’affermazione del diritto, di cui vi è estrema necessità in ampie zone del paese, contro la corruzione, l’abuso e la criminalità, freno essi stessi allo sviluppo equilibrato dell’economia, a una crescita economica sostenuta e continua”.

Orazio Niceforo