I piani non rispettati dall’Ulivo

La Moratti non ci sta. Di fronte alle accuse piovute dai sindacati e dall’opposizione di aver presentato una Finanziaria insoddisfacente per il mondo della scuola, il ministro ha reagito con determinazione, ribaltando le responsabilità sui governi dell’Ulivo. Rispondendo giovedì scorso al Senato direttamente all’ex-ministro Berlinguer, ha fatto notare che le precedenti leggi finanziarie – che prevedevano entro il 2000 la riduzione del numero dei dipendenti della scuola del 4%, rispetto a quelli della fine del 1997 – sono state disattese: addirittura, invece di essere ridotto, il numero dei dipendenti alla fine del quadriennio sarebbe aumentato, costringendo l’attuale Governo a stabilizzare (non ridurre) gli organici del personale.
Siamo andati a vedere i dati ufficiali pubblicati dal ministero nei mesi scorsi, prima dell’arrivo della Moratti.
Docenti (a tempo indeterminato e determinato): a fine 1997 erano 795.267 e avrebbero dovuto diventare a fine 2000 763.456 (cioè un decremento del 4% pari a 31.811 insegnanti in meno). Sono risultati invece 815.892 (cioè 20.625 docenti in più, pari ad un incremento del 2,6%).
Rispetto alla previsione, lo sbilancio è stato quindi di 52.436 docenti più del previsto.
Per il personale ATA la situazione al termine del 1997 era di 145.350 unità (a tempo indeterminato e determinato); alla fine del 2000 (complice la statalizzazione di personale già dipendente degli Enti Locali, pari ad aumento di circa 101 mila unità) gli Ata sono risultati 260.961 (115.511 in più, anziché 5.814 in meno) con uno sbilancio di 121.325 unità (dedotte le unità statalizzate – una partita di giro, come le aveva chiamate anni fa l’ex-ministro Jervolino – lo sbilancio effettivo è risultato di circa 20 mila unità).
Solamente per i direttivi le cose sono andate secondo le previsioni (e più): erano 11.032 nel 1997, avrebbero dovuto diminuire di 441 unità (- 4%) e invece sono risultati nel 2000 9.838 (-1.194).
Nello stesso periodo gli studenti sono passati da 7.599.110 a 7.561.780 (37.330 in meno). Il numero di studenti per ogni docente è dunque passato da 9.6 a 9.3. La media in Europa è di un docente ogni 13.6 studenti.