
I dirigenti scolastici saranno all’altezza della Buona Scuola?
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa l’email di Stefano Casarino, circa le responsabilità del dirigente scolastico a seguito della riforma sulla Buona Scuola.
Invitiamo altri lettori interessati a intervenire sul tema, o a offrire nuovi spunti di dibattito, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.
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Concordo pienamente con quanto scritto al p. 1 (BuonaScuola/1 L’anno della verifica) di Tutto Scuola News n.731 (11.01.2016) sull’effettiva capacità della “Buona Scuola” di innescare positivi processi innovativi grazie alla “leadership culturale” del DS: ben prima di bandire i nuovi concorsi e una volta per tutte si dovrà ben decidere che cosa davvero si voglia sia questo benedetto “Dirigente Scolastico”: un leader educativo o un manager aziendale?
L’esperienza degli ultimi anni dimostra che è del tutto irrealistico pensare che i due profili siano coniugabili.
La scelta dev’essere chiara, senza ulteriori ambiguità, visti gli “equilibrismi” (vd.M.Cerulo, Gli equilibristi. La vita quotidiana del dirigente scolastico: uno studio etnografico, Fondazione G.Agnelli, Rubettino 2015) e le non esaltanti performances che oggi tale ruolo comporta e, più ancora, tenendo conto del carico di nuove, gravose responsabilità ex l. 107/15: o un leader che viene dal mondo della scuola, con esperienza di anni (auspicabilmente, non solo 5!) e adeguato curriculum (che attualmente non conta nulla, nonostante tutte le chiacchiere sul merito!), in grado di essere un interlocutore credibile e autorevole di colleghi (tali sono e restano gli altri docenti), studenti, famiglie ed enti locali o un manager attento alla gestione del personale e delle risorse, bravo a destreggiarsi nella normativa e coi bilanci, zelantemente ligio alle direttive superiori e pronto alle crociate contro i “docenti contrastivi”.
Se al Preside – quanto sarebbe meglio continuare a chiamarlo così, visto che questo è l’appellativo ancora più in uso a scuola – mancano, come attestano molti recenti fatti di cronaca, essenziali doti di equilibrio, di cultura, di comunicazione/relazione – qualità verificabili non certo con test preselettivi e prove scritte, semmai con colloqui attitudinali e non solo all’inizio della carriera, ma costantemente, per applicare davvero un serio processo valutativo di questa, come di tutte le altre professionalità che operano nella scuola –ogni ipotesi di “Buona Scuola” è già fallita in partenza.
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