I cantieri della riforma a un bivio. Fioroni critico

Con quali soldi? Senza risorse non si fanno le rivoluzioni”. Intervistato da Italia Oggi, l’ex-ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni è stato chiaro e lapidario sulle ipotesi di radicali cambiamenti per la scuola che, secondo le dichiarazioni del sottosegretario Reggi, sono allo studio nei due cantieri aperti dal ministro Giannini.

Dopo aver premesso che “si tratta di elaborazioni che non sono ancora ufficiali”, Fioroni non ha criticato sostanzialmente il merito delle proposte e, anzi, ha apprezzato “il coraggio e la franchezza nell’affrontare i problemi della scuola italiana. Però – ha aggiunto il parlamentare del PD – per cambiare davvero serve il coraggio della concretezza”.

L’ex-ministro non ne ha parlato espressamente, ma dalle sue parole si poteva evincere che nella situazione economica attuale il massimo che si può fare per la scuola, transitoriamente, è adottare quella sua politica del ‘cacciavite’, messa in atto durante la sua breve presenza al ministero dell’istruzione: niente riforme epocali, razionalizzare quelle in atto, consolidare il sistema, smussandone le criticità e valorizzandone le potenzialità.

Sulle ventilate ipotesi di un intervento a gamba tesa sull’orario degli insegnanti italiani Fioroni mette in guardia dal rischio di fondare le proposte di cambiamento su presupposti sbagliati (una favola) delle condizioni di lavoro degli insegnanti, “perché chi conosce la scuola italiana sa che non è così”.

Difesa, dunque, dello status quo? Niente affatto.

“Il premier Matteo Renzi – ha concluso l’ex-ministro – ha ben messo la scuola al centro dell’agenda di governo, ora deve avere il coraggio di passare agli investimenti”.

Insomma, niente nozze coi fichi secchi.