Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

I bambini filosofi?

Umberto Galimberti non è mai banale, ma il suo ultimo articolo su “La Repubblica” dell’11 sett. u.s., “Se i bambini studiassero Platone“, lascia piuttosto interdetti. A cominciare dal titolo.

Vorrebbe che i bambini fin dalle elementari studiassero filosofia, che si facesse acquisire loro l’atteggiamento filosofico di “non accontentarsi mai delle risposte”, che si insinuasse il sospetto che ogni risposta può essere sbagliata, che ogni risposta ripropone una nuova domanda. Argomentazioni che colgono l’essere della filosofia, ma che poco o nulla si confanno a fantolini di quattro-sei anni. E’ vero i bambini si pongono domande che nascono dalla curiosità, dallo stupore del mondo, l’aveva già notato Gramsci, ma essi cercano certezze, rassicurazioni da parte dell’adulto, da colui che ai loro occhi sa.
Il dubbio è difficile da vivere, è causa di angoscia nell’uomo, figurarsi nell’infante. Non l’uomo, ma il superuomo, direbbe Nietzsche, può sopportarlo. Tant’è che i più si rifugiano nei miti rassicuranti, si fanno bambini perchè il Padre si riveli loro.

Lasciamo che i fanciulli vivano la loro infanzia, animata di giochi e di fantasia. Che avvertano lo stupore del mondo “con animo perturbato e commosso”. Non gli sarà grave attendere prima di arrivare a “riflettere con mente pura”.

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