I 500 euro per aggiornarsi/2. Allargare la platea dei destinatari e l’utilizzo?

L’on. Elena Centemero, responsabile scuola e università di Forza Italia, ha salutato l’uscita del Dpcm sui 500 euro per l’aggiornamento dei docenti con una implicita valutazione positiva ma anche con due considerazioni critiche in funzione di proposta.

La prima valutazione critica riguarda i destinatari dei 500 euro: “Il decreto ha più di un limite – dichiara la parlamentare – A cominciare dal fatto che ne risultano esclusi dirigenti scolastici e personale amministrativo. In pratica, proprio quelle figure a cui la Buona scuola ha attribuito nuove e importanti competenze, ossia i presidi, non vengono supportate nelle loro necessità di aggiornamento, che pure sono particolarmente impellenti soprattutto per quanto riguarda il nuovo sistema di valutazione”.

Il limite di cui parla la parlamentare non sta però nel decreto, ma nella legge, molto chiara in merito, che individua come destinatari esclusivi i docenti statali di ruolo. Anzi, nella relazione tecnica che ha accompagnato la legge 107/15, è stata quantificato il target complessivo e la conseguente entità dello stanziamento (762.274 docenti con uno stanziamento di 381.137.000 euro).

Ma per quest’anno quel numero di 762.274 docenti di ruolo è quasi certo che non sarà raggiunto per diverse migliaia di unità. Rimarranno alcuni milioni non impegnati. Sarebbe sensato, almeno per quest’anno, destinarli ai dirigenti scolastici, ma sembra improbabile che la legge possa essere aggirata.

L’on. Centemero ha evidenziato un altro limite: “Sarebbe stata inoltre opportuna e necessaria da parte del Miur l’indicazione degli ambiti nei quali svolgere l’aggiornamento stesso. Pur nel rispetto dell’autonomia delle scuole, ci sono infatti settori strategici su cui il Ministero avrebbe dovuto indirizzare l’attenzione degli insegnanti. …”.

Pienamente condivisibile la critica-proposta, ma anche in questo caso ci risulta che in sede di approvazione della legge una proposta di prevedere una quota di aggiornamento da destinare a precisi obiettivi non è stata accolta. E nemmeno l’istituzione scolastica potrà obbligare i propri docenti a spendere parte dei 500 euro per particolari finalità.

Insomma, l’uso dei 500 euro è strettamente soggettivo e risponde a esigenze professionali individuali: si può non convenire, ma è la legge a prevederlo.