Graduatorie permanenti, è allarme

Sulle graduatorie si cammina verso un futuro incerto nonostante il moltiplicarsi di interventi amministrativi e legislativi che, non collocati nel quadro di una strategia politico-amministrativa governata, concorrono ad accrescere il tasso di disorientamento, di rabbia ed ansia dei docenti.
La scorsa settimana il Senato ha ulteriormente modificato i criteri di valutazione dei titoli di servizio dei docenti precari ed ha differito al 20 agosto 2004 il termine ultimo per l’immissione in ruolo delle 15 mila unità di personale docente ed Ata. Le modifiche introdotte dal Senato possono essere operative solo dopo l’approvazione della Camera prevista per il 20 luglio.
Le modifiche riequilibrano alcune situazioni fortemente contestate dai docenti interessati e dai sindacati ma determinano il prolungamento dei tempi di valutazione dei titoli, rimettono in discussione quelle già effettuate, esigono una nuova determinazione delle graduatorie.
Sale, intanto, la protesta del personale amministrativo dei CSA alle prese con le mutate interpretazioni delle nuove regole, pronto ad incrociare le braccia anche perché aspetta ancora l’assegnazione del fondo unico di amministrazione riferito all’anno 2003.
A giudicare dal numero degli adempimenti il rispetto dei tempi non sembrerebbe possibile. La sequenza delle cose da fare è da far tremare le vene: l’amministrazione dovrebbe provvedere entro il 20 agosto alla definizione delle graduatorie e alle nomine in ruolo. Entro i successivi 10 giorni dovrebbe effettuare sempre sulla base delle graduatorie permanenti le decine di migliaia di supplenze annuali e sino al termine delle attività didattiche. Trascorso il mese di agosto, le nomine a tempo determinato vengono disposte non più dai dirigenti degli uffici scolastici periferici ma dai dirigenti scolastici.
Intanto i sindacati della scuola hanno chiesto formalmente qualcosa di più, ovvero un provvedimento d’urgenza per assicurare comunque il pieno effetto giuridico ed economico delle nomine in ruolo tardive. Che è come dire di non ritenere utile il termine del 20 agosto.