Gli istituti professionali buco nero della dispersione

Gli istituti tecnici e professionali, sommati insieme, raggiungono quasi il 70% dei 163 mila studenti che quest’anno non hanno raggiunto l’ultima classe delle superiori negli istituti statali: 52 mila dispersi nei professionali e 58 mila nei tecnici, 110 mila soltanto loro.

Con il 38,4% di studenti dispersi tra il primo e il quinto anno gli istituti professionali statali detengono il primato non invidiabile della più alta percentuale di abbandoni. Era andato meglio l’anno scorso (38,1%), ma l’anno prima era andato ancora peggio con il 41,5%.

Vi sono regioni che registrano tuttora percentuali molto elevate di dispersione in questo tipo d’istituto: Sardegna 49,3% (anni fa aveva superato anche il 60%), Sicilia 47,1% (per anni aveva il 55% di dispersione), Calabria 41,1%, Puglia 40,4% (anni addietro aveva superato il 50%), Campania 46,5% (come la Puglia, aveva superato in passato il 50%), Lombardia 41,2% (era andato meglio l’anno scorso, ma peggio alcuni anni fa con oltre il 50%).

In quei territori, quindi, abbandonano il percorso scolastico negli istituti professionali statali due ragazzi su cinque.

Soprattutto in quelle regioni occorre, dunque, aggredire il problema della dispersione negli istituti professionali, a cominciare dal biennio iniziale dove si registrano già alti tassi di abbandono. In Campania, Sicilia e Sardegna, infatti, all’inizio del terzo anno negli istituti professionali ha già abbandonato il 31% dei ragazzi.

Tra le possibili cause che concorrono alla dispersione in questo settore, dove confluiscono in particolare i ragazzi contrassegnati da insuccesso scolastico pregresso, va annoverato anche la non adeguatezza delle recenti linee guida ‘licealizzate’ che hanno pressoché azzerato (anziché ampliarne la presenza) le attività laboratoriali nel biennio iniziale.