Giù la maschera. Ma nella primaria non è consentito

L’esternazione del ministro dell’istruzione Bianchi (confermata dal suo collega Speranza durante la conferenza stampa del Governo) circa la possibilità di non indossare la mascherina nelle classi in cui tutti gli studenti risultino vaccinati ha sorpreso dirigenti scolastici e docenti.

Tuttoscuola ha anticipato i tanti interrogativi e i possibili rischi di questa decisione (se tale si confermerà) dell’ultima ora, cogliendo nel segno e ricevendo condivisioni e apprezzamenti.

Nelle ore successive hanno iniziato a diffondersi i commenti da parte di vari esponenti della politica e della scuola.

Lo stesso sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso ha manifestato dubbi sulla possibile applicazione di quanto annunciato dal suo ministro, rilevando una certa contraddizione per le classi di scuola secondaria di I grado in cui sia presente qualche alunno di età inferiore ai 12 anni, escluso dalla possibilità di vaccinazione che non consentirebbe la totalità dei vaccinati. Altra criticità – prosegue il sottosegretario leghista – è il rischio che “i compagni indichino un alunno come responsabile dell’obbligo delle mascherine, creando una potenziale situazione di bullismo o discriminazione”, come aveva rimarcato Tuttoscuola.

Anche l’altra sottosegretaria a viale Trastevere Barbara Floridia, è intervenuta: “Condivido l’obiettivo. Non credo possa entrare in vigore nell’immediato perché sono necessarie ulteriori valutazioni e va sempre considerato l’andamento dei contagi”.

Il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, condivide le preoccupazioni avanzate da Tuttoscuola: “Nelle classi ci sarà sempre qualcuno di non vaccinato. E questo creerà una situazione di disagio, con il rischio di emarginazione da parte dei ragazzi che vorrebbero levare la mascherina”. Dal punto di vista organizzativo, Giannelli rileva che “Fermo restando che aspiriamo tutti a tornare a una situazione di normalità, resta il fatto che né i dirigenti né i docenti possono avere informazioni sullo stato di vaccinazione di un alunno. Come facciamo dunque a saperlo?”. E aggiunge: “si potrebbe ovviare con una super app, come quella che dovrà essere varata per i docenti, con cui si può sapere quali sono le classi completamente vaccinate senza dover chiedere ad ognuno certificati o documentazioni”. Resterebbe però sempre l’altro rischio, quello di tipo relazionale, e potrebbe essere molto complesso da gestire.

Ma approfondiamo la questione dell’inquadramento normativo di quanto annunciato da Bianchi e Speranza nella conferenza stampa di ieri alla presenza del premier Mario Draghi.

Circa la possibilità di consentire quanto annunciato dal ministro, va detto che il decreto legge 111/2021 prevede che vi possa essere la deroga all’uso della mascherina alle condizioni indicate da Bianchi (tutti vaccinati), se ciò viene previsto dai protocolli o dalle linee guida.

Nel “Protocollo d’intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione di covid 19 (anno scolastico 2021/2022)”, sottoscritto un paio di settimane fa dalle OO.SS. non vi è traccia alcuna di questa possibile deroga.

Proprio in riferimento all’età, l’esternazione del ministro ha fatto emergere la situazione di oltre 2,5 milioni di alunni della scuola primaria che, come si sa, hanno l’obbligo di indossare la mascherina, ma, essendo tutti sotto i 12 anni di età, non accedono alla vaccinazione e, pertanto, non potranno essere compresi tra i possibili ‘smascherati’ di cui ha parlato Bianchi.

Potremmo avere, pertanto, classi intere di studenti degli istituti superiori senza mascherina e la totalità di milioni di piccoli alunni “mascherati” loro malgrado.

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