
Giannini combatte su più fronti/2. I sindacati
Non ci stanno proprio i sindacati a sentirsi dire dal ministro, che sul piano contrattuale è la loro controparte, di non saper fare bene il loro mestiere, di accontentarsi insomma del ‘minimo sindacale’, come le è capitato di dire nell’intervista rilasciata a Radio 1 Rai la scorsa settimana. “Se anche le forze sindacali spingono sempre e solo per salvaguardare il minimo garantito a tutti e non per valorizzare chi lavora meglio”, ha detto Giannini, “quel poco che c’è non solo non serve a migliorare la qualità complessiva ma nemmeno a valorizzare le singole persone”.
Parole che a Francesco Scrima, segretario della Cisl Scuola, sono sembrate “irrispettose non tanto per i sindacati, quanto per i lavoratori della scuola, delle cui retribuzioni la ministra è evidentemente all’oscuro”. Analoga la reazione della Gilda degli insegnanti: “Il contratto – ha detto il coordinatore Rino Di Meglio – è scaduto ormai da cinque anni, l’inflazione finora ha eroso gli stipendi del 17% e non c’è l’ombra di un centesimo da contrattare”.
Molto critica, ma forse meno difensiva, la risposta di Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil, che si è dichiarato “pronto a discutere di valorizzazione professionale dei docenti ma nell’ambito dei rinnovi contrattuali. Il Governo s’impegni perciò a rinnovare il contratto dei lavoratori pubblici. Se invece la ministra Giannini vuole premiare pochi e penalizzare tutti gli altri troverà la nostra ferma opposizione. Argomenti complessi come retribuzioni e carriere necessitano di una discussione seria con le organizzazioni sindacali e non essere affidati a interviste”.
Costruttiva, come rientra nello stile, la posizione del leader della Uil scuola, Massimo Di Menna, che ha invitato il ministro a fare una proposta concreta di valorizzazione e di possibilità di carriera, di fronte alla quale “ci troverà disponibili per un rapido negoziato e anche con la firma pronta”.
Fronte sindacale compatto, dunque, ma Giannini non demorde, e forse gioca d’anticipo sulla futura contrattazione – quando ci sarà – insistendo in un’altra intervista (a Radio24) sul fatto che “da decenni la scuola non prevede un percorso di carriera che valorizzi il merito degli insegnanti”, che è invece “l’unico modo per restituire il prestigio e la dignità sociale a questo lavoro di importanza fondamentale”.
Una piccola apertura (simmetrica a quella di Pantaleo) giunge alla fine: “il sindacato può diventare l’alleato migliore per questo salto culturale, il che non significa azzerare diritti acquisiti, ma di aggiungerne altri”. Appuntamento al tavolo contrattuale.
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