Giallo IIT sui brevetti: una norma di autore ignoto
La norma sui brevetti inserita nel decreto legge Fiscal Compact, che assegna la gestione di tutti i brevetti delle Università e degli Enti di ricerca all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) “è incompatibile con l’autonomia sia delle Università che degli Enti pubblici di ricerca. Sono rimasta stupita e sorpresa di questo blitz, perché di questo si tratta, e ho immediatamente segnalato alla Presidenza del Consiglio, come è mio dovere fare, con una lettera formale e una relazione tecnica accurata, i punti non coerenti con la normativa vigente. Si è cercato di approfittare di questo veicolo normativo senza coinvolgere né i ministri competenti né la Presidenza del Consiglio”. È quanto fa sapere il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini in una nota ufficiale, che ribadisce quanto già anticipato nei giorni scorsi agli organi di informazione.
Non si sa chi abbia voluto inserire questa norma e per quali scopi. Da Palazzo Chigi giungono voci su imminenti modifiche, ma nessuna spiegazione è stata data su quanto accaduto.
La norma in questione trasformerebbe il prestigioso ed efficiente Istituto italiano di tecnologia di Genova in una sorta di agenzia che avrebbe come compito quello di istituire un sistema di commercializzazione dei brevetti: tutti, anche quelli degli altri enti di ricerca pubblica e delle università.
Le Università e gli altri enti di ricerca espropriati hanno subito protestato con il ministro Giannini, e lo stesso ha fatto l’IIT, il cui direttore scientifico, Roberto Cingolani, ha minacciato le dimissioni nel caso in cui il testo del decreto non venga modificato: “L’agenzia prevista dalla norma non esiste in nessun ordinamento al mondo che io sappia e comunque non è la nostra mission. Sono un ricercatore come lo sono tutti coloro che lavorano per l’istituto. Se la norma dovesse passare ce ne andremo a casa, non siamo le persone adatte“, ha detto.
Un errore? Un tentativo (maldestro) di razionalizzare la materia dei brevetti? Un equivoco? Non si sa che cosa sia successo e di chi sia la colpa. Un ennesimo mistero altoburocratico…
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via