Genitori non possono permettersi la mensa, alla bambina serviti tonno e cracker. Save The Children: ‘Mensa diritto di ogni bambino’

I genitori di origine straniera non possono permettersi la mensa a scuola della figlia e alla piccola vengono serviti tonno e cracker per pranzo. Accade a Verona secondo quanto segnalato dal quotidiano L’Arena. La scelta sarebbe stata concordata tra i gestori della mensa e il Comune, di cui è sindaco il leghista Andrea Girardi, dopo diversi solleciti al pagamento verso la famiglia. Subito partita la gara di solidarietà: il giocatore dell’Inter Antonio Candreva ha infatti annunciato l’intenzione di pagare la retta della mensa. Save The Children: “La mensa deve essere un diritto garantito a ogni bambino, non un’occasione per rafforzare le disuguaglianze”.

“Ancora una volta siamo costretti a registrare un inaccettabile caso di discriminazione nei confronti di un’alunna delle primarie – i cui genitori sono in ritardo con il pagamento della mensa scolastica – alla quale è stato offerto un pasto a base di cracker e tonno, mentre i suoi compagni mangiavano il menù completo della mensa”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children commentando l’episodio.

“Questi comportamenti producono un impatto estremamente negativo sul piano educativo non solo nei confronti dei bambini colpiti, ma di tutto il gruppo classe. È intollerabile rivalersi sui bambini, ai quali devono sempre essere garantiti i servizi scolastici necessari per godere del diritto all’istruzione e alla salute. Anche in caso di morosità dei genitori, le istituzioni locali devono trovare altre forme di recupero crediti”, ha proseguito Milano.

Secondo i dati riportati da Save The Children, nel 2017 solo il 51% degli alunni della scuola primaria in Italia ha avuto accesso ad una mensa, con disparità enormi nei sistemi di refezione scolastica e una distanza sempre maggiore tra Nord e Sud, dove si registra il numero più alto di alunni che non usufruiscono della refezione scolastica (81% in Sicilia, 80% in Molise, 74% in Puglia), come risulta dall’ultimo rapporto dell’Organizzazione dal titolo Non tutti a Mensa!” .

“Oggi la mensa scolastica, invece di rappresentare un momento educativo al pari dell’aula, rischia di rafforzare la condizione di diseguaglianza e di mancato accesso ai diritti nel nostro Paese. È infatti un servizio a domanda individuale, legato alle scelte di bilancio dei singoli comuni e le politiche di accesso al servizio ed agevolazioni ed esenzioni tariffarie messe in campo sono infatti fortemente squilibrate da un Comune all’altro, fino ad arrivare a insopportabili casi di esclusione e segregazione come quello di oggi. È quindi necessario riconoscere alla mensa scolastica la funzione di servizio pubblico essenziale”, ha proseguito Raffaela Milano.

La mensa scolastica dovrebbe avere 4 requisiti fondamentali. Essere inclusiva, senza esclusioni per i bambini che vivono in famiglie meno abbienti, non residenti o morose nei pagamenti. Essere accessibile, in termini di tariffe, agevolazioni ed esenzioni e riconosciuta come un livello essenziale delle prestazioni sociali. Essereeducativa, un luogo di partecipazione oltre che di apprendimento di una sana alimentazione e della lotta allo spreco. Essere sostenibile, garantendo cibi di qualità provenienti dal territorio e a km zero.