Gelmini-Fioroni, cronaca di una domenica non bipartisan

Quella di ieri è stata una domenica all’insegna delle schermaglie dialettiche tra gli ultimi due ministri dell’Istruzione, quello in carica, Mariastella Gelmini, e il suo predecessore e responsabile Educazione del Partito Democratico, Giuseppe Fioroni.

La Gelmini è intervenuta ieri mattina al convegno di Rete Italia, a Riva del Garda, e ha usato parole non tenere per la leadership della principale forza di opposizione: “L’errore più grande di Veltroni è stato quello di aver cavalcato una protesta dal fiato corto. Mi sembra che Franceschini stia seguendo la stessa strada quando parla della chiusura delle piccole scuole“.

Il ministro ha difeso la scelta, condivisa con le Regioni, di chiudere le scuole meno sicure, “perché ciò che è accaduto a Rivoli non deve più accadere“.

La scuola, che deve essere il luogo da cui ripartire per fronteggiare la crisi, ha concluso la Gelmini, “non è né di destra né di sinistra, è dei giovani e noi dobbiamo lavorare per loro, quindi basta soldi a pioggia senza controlli sugli esiti di questi finanziamenti“.

Il responsabile Pd dell’Educazione ha ribadito la linea del proprio partito in tema di scuola: “Seguire la Costituzione e opporsi a tutti coloro che vogliono far ritornare le famiglie a scegliere la scuola in base al proprio reddito e al proprio stato sociale“. Poi Fioroni ha ironizzato: “E’ vero che Berlusconi promette miracoli, ma non credo che il ministro Gelmini possa arrivare alla moltiplicazione dei pani e dei pesci“.

L’ex ministro della pubblica istruzione ha osservato che “con le scuole senza fondi e con i tagli al personale la chiusura delle scuole dei piccoli Comuni è un dato inevitabile“, e ha concluso lanciando un invito provocatorio alla Gelmini: “Legga il ministro le cronache locali dei giornali e vedrà come al di fuori dell’opinione dei palazzi, il sistema pubblico di istruzione si sta lentamente smantellando e con esso i valori fondamentali che la nostra scuola da sessant’anni ha interpretato“.