
Ora bisogna convincere anche i nostri ragazzi. Gelati a base di prodotti locali per ridurre l’inquinamento dei trasporti e salvare il clima L’anteprima dell’estate favorita dal caldo inconsueto ha provocato una impennata anticipata della domanda di gelato con consumi che si stima supereranno quest’anno 3,5 miliardi di porzioni, tra gelati da passeggio, specialità da asporto o sfuso.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che con i cambiamenti climatici arrivano anche le prime novità con i gusti a “chilometri zero” a base di prodotti locali e di stagione che devono percorrere solo una breve distanza prima essere spalmati sul cono. Se nel centro di Catania è possibile gustare il gelato al pistacchio di Bronte, sul lungomare di Reggio Calabria si può assaporare quello al bergamotto, mentre a Cuneo spopolano frutti di bosco e nocciole del Piemonte Igp.
Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di una risposta alla crescente domanda di prodotti legati al territorio che garantiscono freschezza e genuinità, ma anche di una tendenza coerente con la sensibilità ambientale di consumatori che per “salvare il clima” vogliono adottare comportamenti attenti al risparmio energetico e all’emissione di gas serra dovuti ai trasporti. E nasce anche – continua la Coldiretti – nel pieno centro di Verona la prima gelateria dove è possibile scegliere tra una ampia selezione di gusti a base di prodotti locali, come le more della Valpolicella, i marroni di montagna di San Zeno, l’amarone di Negrar e il limone di Torri del Benaco acquistati direttamente dagli agricoltori delle campagne limitrofe, come pure il latte che proviene dagli allevamenti del monte Baldo o le uova da un’azienda padovana.
Una alternativa al consumo di gusti con prodotti esotici che devono essere importati da paesi lontani con il consumo di petrolio ed emissioni di C02: per trasportare a Roma un chilo di papaya dall’Argentina in volo per una distanza di 12mila km si consumano 5,4 kg di petrolio e si liberano 16,2 kg di CO2 mentre per un kg di mango dal Cile si richiede la combustione di 5,8 kg di petrolio con l’emissione di 7,4 kg di CO2.
La Coldiretti ha avviato una serie di iniziative per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli che non inquinano e salvano il clima: dall’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di cibi in vendita alla disponibilità di spazi adeguati nella distribuzione commerciale dove poter acquistare alimenti locali che non devono essere trasportati per lunghe distanze, fino all’inaugurazione della prima osteria a “chilometri zero”.
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