
Gabrio Gentilini: ‘Sogno una scuola in cui si formano prima di tutto grandi esseri umani’

di Sara Morandi
Gabrio Gentilini, attore e ballerino, noto per il suo ruolo iconico di Johnny Castle nel musical “Dirty Dancing”, ha vissuto un’evoluzione significativa nel personaggio che interpreta dal 2014. Dopo dieci anni, rivivere questo ruolo è stato per lui un vero lusso, arricchito da una maturità interiore che ha profondamente influenzato la sua performance sul palco. All’interno della nostra intervista con “Tuttoscuola”, l’attore ha condiviso la sua visione di una scuola ideale per attori e ballerini, sottolineando l’importanza di un approccio olistico che abbracci l’essere umano in ogni suo aspetto. Crede fermamente che la danza sia fondamentale per la formazione personale e sociale, arricchendo la vita degli studenti attraverso l’espressione corporea e la connessione umana. La sua scuola dei sogni non mira solo a formare grandi professionisti, ma soprattutto grandi esseri umani, promuovendo l’arte e la cultura come fari per un mondo migliore.
Come hai visto evolvere il tuo personaggio di Johnny Castle, nel musical “Dirty Dancing”, rispetto alla tua prima interpretazione nel 2014? Cosa ti ha portato a reinterpretarlo con una nuova consapevolezza?
“Rivivere ‘Dirty Dancing’ come protagonista dopo dieci anni è stato un vero lusso. Sebbene il mio aspetto fisico sia cambiato poco, la mia crescita interiore è stata significativa; gli anni trascorsi mi hanno arricchito profondamente, e il mio lavoro in scena ha beneficiato di questa evoluzione. Ho sviluppato una bellissima alchimia con Vanessa Innocenti, che ho incontrato per la prima volta nel ruolo di Baby, e con tutto il resto del cast e le maestranze. Oggi sono più consapevole come artista e uomo e sento di canalizzare meglio la mia energia, connettendomi con il pubblico e nutrendo meglio questa relazione mentre sono in scena. Devo dire che è stata un’esperienza molto nutriente e un vero privilegio tornare a essere protagonista di una storia che continua a emozionare così tanto, anche dopo tutti questi anni”.
Se potessi ideare una scuola dei sogni per attori e ballerini, quali elementi fondamentali includeresti per preparare al meglio gli studenti sia a livello tecnico che emotivo?
“Farei in modo di creare una scuola che abbia un approccio olistico, che consideri cioè l’essere umano in tutti i suoi aspetti: fisico e materiale, emotivo, psichico e spirituale. Introdurrei materie che aiutino gli studenti a conoscere meglio se stessi, come la meditazione, per promuovere un dialogo interno sano che li fortifichi come persone. Questa relazione con se stessi è cruciale, soprattutto in un mondo sempre meno accogliente. In aggiunta, cercherei di includere insegnamenti su aspetti pratici spesso trascurati, come la promozione di sé nel settore dello spettacolo e la gestione amministrativa della propria professione, affinché gli studenti imparino a tutelarsi attraverso contratti adeguati e a scegliere le giuste collaborazioni con agenti e collaboratori. La figura dell’artista è sempre più complessa e richiede competenze che vanno oltre il semplice talento o la preparazione tecnica. Oggi siamo chiamati a fare mansioni che prima non ci competevano, come la gestione dei nostri social network e la autoproduzione di provini, in cui sempre più spesso dobbiamo investire denaro, energia e tempo per generare nuovo lavoro.
È fondamentale che gli studenti siano informati e preparati, e si possano dotare delle competenze necessarie per affrontare il loro percorso professionale. Parallelamente, è essenziale sviluppare resilienza e equilibrio interiore, affinché possano affrontare le sfide di questa carriera che, spesso, richiede molto sforzo e adattabilità. L’obiettivo della mia scuola ideale sarebbe quello di fornire una formazione integrata che prepari gli studenti non solo a livello tecnico, ma anche personale e spirituale”.
Quanto pensi sia importante includere il ballo e la danza a scuola, e in che modo credi possano arricchire la formazione personale e sociale degli studenti?
“Credo sia fondamentale riconoscere il valore della danza, che per me è stata una grande maestra e, in generale, credo lo sia per tutta l’umanità. La danza, al di là delle varie discipline e forme con cui si è sviluppata, ci connette al ritmo della vita e all’energia creativa, permettendoci di esprimere le emozioni attraverso il corpo, il principale ricettore e attore delle nostre esperienze. È importante reintrodurre il senso della danza come forma di connessione umana, accessibile a tutti, indipendentemente dalle attitudini e dal talento. Il movimento è una spinta vitale che ci invita a mostrarci e a generare nuova vita. Incorporare la danza nelle discipline scolastiche sarebbe estremamente arricchente. Negli ultimi anni, ho scoperto forme di danza libera, come l’ecstatic dance e la movement medicine, che favoriscono una connessione profonda con il corpo attraverso movimenti non formali e un contatto intimo con la musica e l’ambiente. Se alcuni, attraverso queste esperienze, decidono di fare della danza una professione, ricevono insegnamenti preziosi: dedizione verso il corpo e la mente, coraggio e resilienza. La danza insegna a gestire il dolore e a manifestare la gioia di vivere, la propria autenticità nell’esserci. La danza è espressione della vita stessa”.
Com’è la scuola dei tuoi sogni?
“Nella scuola dei miei sogni, si formano non solo grandi professionisti, ma prima di tutto grandi esseri umani; si incentivano gli allievi a trasformare il mondo in un luogo migliore e più luminoso, dove l’arte e la cultura diventano un faro per l’umanità. Qui, la creatività è valorizzata come strumento per ispirare e promuovere la bellezza e l’armonia nella vita di tutti gli esseri”.
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