Fratelli d’Italia: e se provassimo a non bocciare?

L’Italia chiamò. Il suo futuro è dietro l’angolo, con le sue ambizioni di libertà, indipendenza e crescita”. Con queste parole, firmate da Giorgia Meloni, inizia un opuscolo intitolato ‘Appunti per un programma conservatore’ diffuso online da Fratelli d’Italia durante la campagna elettorale. Tra gli Appunti, curati da più autori (tra gli altri Guido Crosetto, Carlo Nordio, Marcello Pera, Giulio Tremonti, Alfredo Mantovano), uno riguarda la scuola, e si deve al sociologo torinese Luca Ricolfi, il cui nome – forse proprio per questo suo contributo – è circolato nel totoministri (“Ma io sono un ricercatore, fare politica non è il mio mestiere”, ha subito precisato l’interessato).

L’incarico di Ministro è poi toccato a Giuseppe Valditara, in quota Lega, a sua volta coautore (con Alessandro Amadori) di un libro-manifesto sul programma elettorale di quel partito, con introduzione di Matteo Salvini (ne parliamo oggi in altra notizia). Però riteniamo che sia di interesse per i nostri lettori conoscere l’orientamento di Fratelli d’Italia su un nodo storico della politica scolastica, che emerge con chiarezza nello scritto di Ricolfi.

La tesi di fondo di quest’ultimo, sostenuta anche nel volume “Il danno scolastico” (scritto con Paola Mastrocola) è che “l’abbassamento del livello degli studi, attivamente promosso dalla sinistra in nome di un’idea umiliante (e perversa!) di democratizzazione e inclusione, ha danneggiato più i ceti medio-bassi che quelli medio-alti, finendo per rendere il destino sociale di un ragazzo o di una ragazza ancora più dipendente dall’origine sociale”. 

Che fare per invertire questa tendenza? Ricolfi lancia un’idea che lui stesso definisce una “provocazione”, ma che sarebbe anche “un cambiamento rivoluzionario”: “il passaggio dal sistema delle bocciature a quello dei livelli: non ti boccio mai, ma – anziché certificare il falso, come oggi troppo sovente avviene – alla fine della scuola secondaria superiore certifico in modo accurato e fedele il livello di conoscenze che hai effettivamente raggiunto. Al termine dell’ultimo anno, non ti rilascio un diploma, ma una scheda che dettaglia, materia per materia, il livello che sei stato in grado di raggiungere (un approccio simile a quello degli A-levels nel Regno Unito). E accompagno questa rivoluzione con una applicazione letterale dell’articolo 34 della Costituzione: borse di studio generose per tutti i ‘capaci e meritevoli’, fino ai ‘più alti gradi degli studi’, ossia laurea magistrale e dottorato di ricerca”. 

Sarà anche una provocazione, ma di quelle che, a nostro avviso, meritano di essere raccolte e valutate con attenzione.

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