Fioroni: ‘ripartiamo dal Quaderno bianco’

L’intervento di ieri alla Camera dei Deputati dell’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni in occasione delle dichiarazioni di voto sul maxiemendamento al Decreto Legge 137/08 è stato molto critico. Secondo il parlamentare del Partito Democratico, questo progetto di riforma è “fatto solo con la calcolatrice e la mannaia e tagliando sul futuro dei nostri figli“.

Il progetto fa addirittura rimpiangere le “discutibili ma comunque altisonanti ‘3 i’ della Moratti” rispetto alle “più modeste 3 i” del progetto Gelmini-Tremonti, le “i” di “una scuola inadeguata, impoverita, invecchiata.

Le persone buttate fuori dai provvedimenti del Governo saranno secondo Fioroni 230.000, date dalla somma di 150.000 lavoratori della scuola in meno in 3 anni, “più il blocco delle 75.000 immissioni in ruolo di altrettanti precari già decise e coperte dal governo Prodi“.

Mantenere le succursali delle scuole nelle frazioni dei piccoli Comuni sta diventando un lusso, e saranno di certo ridotti “il sostegno ai diversamente abili“, “l’istruzione professionale di Stato” e il tempo pieno. Con i genitori che dovranno riprendere i figli alle 12,30, i bambini guarderanno più televisione e si avrà un modello educativo definibile – ha commentato sarcasticamente Fioroni – come “meno Giulio Cesare più Cesaroni“.

Le giovani generazioni di docenti semplicemente scompaiono, mentre sarà difficilissimo far tornare tuttologi i maestri che nel frattempo si sono specializzati.

Il dialogo dovrebbe – conclude l’ex ministro – ripartire dal “Quaderno Bianco come strumento di partenza per bandire dalla scuola italiana l’improvvisazione e giungere ad una seria programmazione a 5, 10 e 15 anni” e dalla “bozza d’intesa con la Regione Lombardia su come si possa attuare il Titolo V realizzando rapporti avanzati tra scuola, formazione professionale e mondo produttivo, riformando il sistema degli istituti tecnici e professionali e abbattendo la dispersione scolastica“.