Fiera di Genova ABCD/3. Strategie a confronto

Con gli attesi interventi di Giuseppe Bertagna e Benedetto Vertecchi il dibattito è entrato nel vivo del confronto tra i grandi scenari di riforma ai quali si sono ispirate rispettivamente, nelle ultime due legislature, la legge n. 30/2000 (Berlinguer) e la legge n. 53/2003 (Moratti). Due leggi che hanno visto la contrapposizione tra il modello unitario sostenuto dal centro-sinistra e quello binario proposto dal centro-destra, ma realizzato solo in parte, come riconosciuto dallo stesso Bertagna.
Vertecchi ha mosso alla legge n. 53 una critica di fondo: quella di aver riproposto in sostanza la canalizzazione precoce dei destini scolastici e sociali già teorizzata e realizzata, a suo tempo, da Giovanni Gentile.
Bertagna, pur riconoscendo che il decreto legislativo relativo al secondo ciclo non salvaguarda pienamente il principio della “pari dignità” tra tutti i percorsi formativi, ha insistito sulla necessità di riscattare il sistema di istruzione e formazione professionale (peraltro tutto da costruire) dalla condizione di minorità culturale e sociale storicamente sofferta nei confronti del sistema liceale.
Secondo Bertagna alla scuola non andrebbe somministrato l’antibiotico della licealizzazione e della universitarizzazione, ma quello di un fortissimo e prestigioso sistema di istruzione e formazione professionale.
I due relatori si sono però trovati d’accordo nel sostenere che qualunque riforma degli ordinamenti, per essere davvero efficace, dovrebbe mobilitare molte più risorse, sia umane che finanziarie, di quelle finora messe a disposizione dai governi italiani, e puntare sulla ricerca educativa, come si fa in altri Paesi, che in questi anni si sono mossi in modo più tempestivo e lungimirante di quanto abbia fatto il nostro.
Sull’importanza decisiva del pieno e attivo coinvolgimento del personale della scuola nei processi di riforma ha insistito anche il segretario generale della UIL scuola, Massimo Di Menna, secondo il quale è indispensabile che lo Stato, le Regioni e le forze sociali addivengano alla definizione condivisa di un grande accordo per il rilancio del sistema educativo e formativo nazionale.