Fedeli: ‘Ho attenuato alcune asperità della Legge 107, e così l’ho salvata’

La ministra Fedeli a Tuttoscuola/ Bilancio di un anno di lavoro/2
Ho salvaguardato con sano pragmatismo i principi più importanti della legge 107, e la chiamata diretta non è morta. Ho fiducia nei dirigenti scolastici e ritengo che debbano essere rafforzati gli strumenti a loro disposizione, affinché possano agire come leader educativi”. Sulla mobilità, “abbiamo concesso uno spazio parziale e limitato nel tempo per trasferirsi. Il passaggio precedente era stato troppo forte. Non si deve avere una concezione punitiva del lavoro nelle scuole, tutti vanno messi nelle migliori condizioni per dare il meglio”.

Abbiamo confrontato meticolosamente le linee programmatiche della sua azione presentate in Parlamento poco più di un anno fa e nell’atto di indirizzo 2017 del Miur, e quanto effettivamente realizzato: in poco tempo, ha fatto tanto. Quasi tutto quello che aveva annunciato.
La sensazione però è che di questo non sia del tutto consapevole non solo l’opinione pubblica in generale (peraltro sviata da aspetti che nulla hanno a che vedere con il lavoro fatto), ma forse neanche buona parte del “popolo della scuola”.
«Ho girato per le scuole di tutta Italia, ho dialogato con tantissime maestre, professori, dirigenti scolastici e personale non docente. Ebbene, ho raccolto in realtà tanti riconoscimenti e incoraggiamenti, che forse riscuotono meno attenzione sui media e sui social network, ma che per me sono fondamentali. E comunque per mia abitudine preferisco far parlare i fatti. La prima scelta che ho fatto, ricevuto l’incarico, è stata garantire un ordinato e corretto avvio dell’anno scolastico in corso. Tutte le operazioni si sono svolte con un mese di anticipo rispetto all’anno precedente. Non smetterò mai di ringraziare gli uffici centrali e periferici del Ministero, i dirigenti scolastici e il personale amministrativo per l’eccellente lavoro svolto. Ho voluto a tutti i costi rispettare i tempi, che erano ristrettissimi, per trasmettere alle Camere otto dei nove decreti legislativi di attuazione della legge 107/2015, approvati definitivamente ad aprile. Mi è dispiaciuto per la nona delega, quella sul nuovo testo unico, che doveva però necessariamente venire dopo le prime otto».

Lei ha ricevuto una sorta di mission impossible, che potremmo chiamare (parafrasando il titolo del celebre film di Spielberg): “Salvate il soldato 107”… Missione compiuta o per salvarlo si sono cambiati i connotati al paziente?
«Ritengo di avercela fatta, perché ho salvaguardato e dato applicazione ai principi più importanti della legge, tra i quali metto l’innovazione digitale, l’alternanza scuola lavoro curricolare, la formazione in servizio permanente e strutturale, e così via».

Come la mettiamo con la mobilità del personale? E la chiamata diretta è morta, o quanto meno non gode di buona salute?
«Nessuno ha toccato il meccanismo degli incarichi di docenza previsto dalla legge. E voglio dire che credo molto nella figura del dirigente scolastico come leader educativo. Come Ministra mi sento di esprimere la massima fiducia verso i dirigenti scolastici e il loro staff. Abbiamo cercato di sostenere la loro azione. In prospettiva ritengo che debbano essere rafforzati gli strumenti a loro disposizione per agire appunto come leader educativi.
Riguardo alla mobilità, sottolineo che non si deve avere una concezione punitiva del lavoro nelle scuole. Va creato il miglior clima possibile, come premessa per mettere tutti nelle migliori condizioni per dare il meglio. Non ho smontato nulla. Ho attenuato alcune asperità, mantenendo i principi fondamentali che hanno ispirato la riforma, visto il conflitto che si era creato (tutti ricordano la grande adesione – 65% – allo sciopero del 5 maggio 2015 contro la Buona Scuola, ndr). Abbiamo concesso al personale uno spazio parziale e limitato nel tempo per trasferirsi. Il passaggio precedente era stato troppo forte, e ho voluto tenerne conto. Considero sia stato un approccio di sano pragmatismo».

(segue)

Leggi la prima parte dell’intervista di Tuttoscuola alla ministra Fedeli:
Fedeli: ‘È incivile aggredire la scuola. Serve una nuova partnership tra genitori e docenti’
Fedeli: ‘La dispersione scolastica è la grande assente del dibattito sul futuro della società’