L’essenza delle pratiche dialogiche

Le persone nascono con una capacità di rispondere e di invitare al dialogo” (Trevarthen 2011)
“Per la parola (e, di conseguenza, per un essere umano) non vi è niente di più terribile che rimanere senza risposta” (Bachtin 1986)
“Essere ascoltato è già una relazione dialogica” (Bachtin)

Durante la IV Conferenza sulle pratiche dialogiche che si terrà a Torino dal 12 al ottobre prossimo si confronteranno le diverse pratiche dialogiche così come agite e vissute nei diversi contesti vitali e organizzativi.

L’essenza delle pratiche dialogiche può essere racchiusa dalla sua paradossale semplicità.

Il paradosso del dialogo sta proprio nella sua semplicità e complessità allo stesso tempo. È facile come la vita ed è anche complesso, proprio come la vita. Ma il dialogo, come sostiene Bachtin (1984) è qualche cosa da cui non possiamo fuggire perché il dialogo è la vita stessa: “… L’autentica vita umana è il Dialogo Aperto. La vita nella sua reale natura è dialogica. Vivere significa partecipare nel dialogo: chiedere, rispondere, essere d’accordo e molto altro… Nel dialogo la persona partecipa interamente e attraverso la sua intera vita: con i suoi occhi, le sue labbra, le sue mani, la sua anima, il suo spirito, con tutto il suo corpo e tutta la sua mente; investe tutta se stessa nel discorso e questo discorso entra nella fabbrica dialogica della vita umana”.

L’enunciazione – Domanda e Risposta rende il dialogo “dialogico”, anziché monologico, come è quello di chi parla senza tenere conto del contributo di chi ascolta. (Voloshinov, 1996)

Il dialogo è la semina il dialogico è la fioritura! La dialogicità si ottiene quando si genera uno spazio altro, nuovo, generativo, “exotopico”, che condividiamo con l’altro/altri. Avviene quando la polifonia delle voci che partecipano si riconosce e vibra con le stesse frequenze.

L’altra (l’altra come unica persona) è sempre di più di quanto si possa mai cogliere. È questa estraneità, differenza dell’alterità che rende il dialogo necessario-possibile. (Emmanuel Lévinas 2004).

La sfida per la dialogicità è di generare e favorire lo spazio per essere ascoltati, ascoltare e “risposti” (responsività) anche e soprattutto in situazioni preoccupanti.

Una delle scoperte sul mondo operata dalla fisica meccanica quantistica, forse la più profonda e difficile, è che la realtà è relazione!

Non sono le cose che possono entrare in relazione, ma sono le relazioni che danno origine alle cose.  Il dialogo dialogico ci permette di ri-costruire la realtà attraverso una relazione consapevole e generativa dove l’emergente continua a sorprenderci arricchendo i nostri punti di vista e spostandoci da convinzioni, pregiudizi, credenze, posizioni radicalizzate.

IUSTO Rebaudengo ha predisposto un corso di perfezionamento universitario sulle pratiche dialogiche per i servizi  pubblici  “www.gettingcloser.it Pubblic Coaching”