Espropriato l’Enam

Non costa nulla allo Stato, ma dispone di notevoli beni patrimoniali. Soppresso

Il maxiemendamento sulla manovra finanziaria, in fase di conversione al Senato in queste ore, ha previsto all’articolo 7 del decreto legge 78/2010 l’inserimento di un comma aggiuntivo (3-bis) che dispone con effetto immediato la soppressione dell’Enam, l’Ente nazionale di assistenza magistrale.

Lo Stato con questa espropriazione non risparmia nulla, perché l’Enam ha sempre vissuto esclusivamente dei contributi (obbligatori per legge) degli insegnanti statali della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.

Alla comunità nazionale l’Enam non è costato nemmeno un centesimo.

Ma lo Stato ci guadagna, perché incamera tutti i beni patrimoniali (cospicui) dell’Ente.

Questo l’emendamento che decreta la fine dell’Enam.

Con effetto dall’entrata in vigore della presente legge, al fine di assicurare la piena integrazione delle funzioni in materia di previdenza e assistenza, l’Ente nazionale di assistenza magistrale (ENAM), istituti in base al DLCPS 21 ottobre 1947, n. 1346, come modificato dalla legge 7 marzo 1957, n. 93, è soppresso e le relative funzioni sono attribuite all’INPDAP che succede in tutti i rapporti attivi e passivi.

Con decreti di natura non regolamentare del Ministro del lavoro  e delle politiche sociali di concerto con il Ministro  dell’economia  e delle  finanze e con il Ministro dell’Istruzione dell’università e della ricerca, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge di conversione sono trasferite le risorse strumentali, umane e finanziarie degli enti soppressi, sulla base delle risultanze dei bilanci  di  chiusura delle relative gestioni.