‘Striscia la notizia’ rilancia la questione ENAM

Erano molti mesi che sulla questione dell’ex-Enam, l’Ente Nazionale di Assistenza Magistrale, sembrava essere calato il silenzio, ma ci ha pensato un servizio di ‘Striscia la notizia’ sabato sera a far rivivere il problema.

Dopo i fuochi d’artificio delle proteste, dei moduli per recedere dall’iscrizione obbligatoria e delle ipotesi di ricorsi, tutto era rimasto confermato, come prima.

Come si sa, l’Enam è stato soppresso da una legge nel 2010, ma, come è stato ricordato nel servizio, la legge istitutiva non è stata abrogata, ed è pertanto rimasto l’obbligo di contribuzione a carico degli insegnanti della scuola primaria e della scuola dell’infanzia (oltre 300 mila) e degli ex-direttori didattici. Alla media di circa 150 euro all’anno, attualmente i maestri versano tuttora 45-50 milioni nelle casse dell’Inps che è subentrato nella gestione dei servizi di assistenza e nelle prestazioni da erogare agli ex-assistiti Enam.

Quei milioni e il patrimonio (sette case-albergo sparse in Italia e alcuni appartamenti a Roma) li gestisce l’Inps teoricamente a favore degli ex-Enam (hanno la precedenza sugli altri, ma ciò significa che altri dipendenti statali ne possono beneficiare con soldi e beni degli ex-Enam).

Quando c’era l’Enam e funzionavano i comitati provinciali (eletti democraticamente dalla categoria), i maestri venivano informati su bandi e scadenze. E potevano partecipare.

Adesso molti nemmeno sanno che possono avvalersi delle prestazioni dell’Inps. Sanno soltanto con certezza che ogni mese in busta paga lasciano un contributo che sa un po’ di beffa.

Forse è proprio arrivato il tempo di correggere quella vecchia norma che aveva istituito nel lontano 1947 l’Enam, e di cancellare l’obbligo di contribuzione, rendendola, se si vuole, facoltativa.

Il decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 21 ottobre 1947, n. 1346, all’articolo 4 potrebbe essere così modificato: Sono iscritti (d’ufficio) a domanda all’Ente e sottoposti alla ritenuta di cui alla lettera a) dell’articolo  precedente…. Basta una parola!